Buzbee e le competenze trasversali al potere
È recente la nomina di Sally Buzbee, scelta come nuova Direttore del Washington Post, il quotidiano di proprietà di Jeff Bezos. L’insediamento è fissato per il 1 giugno 2021 e lei è la prima donna a ricoprire la massima carica del giornale, che sin dalla sua fondazione nel 1877 ha sempre visto avvicendarsi ai vertici solo uomini.
L’esperienza a Buzbee non manca, visto che ha alla spalle una prestigiosa carriera presso Associated Press (AP), agenzia di stampa internazionale con sede a New York, dove ha iniziato come reporter nel 1988. Nel tempo, ha poi ricoperto incarichi di responsabilità sempre più importanti, fino al ruolo di Direttore Esecutivo e di Vicepresident Senior. Sul web le sue tante esperienze giornalistiche sono facilmente reperibili: dalla copertura mediatica della Guerra in Iraq e agli altri numerosi conflitti in Medio Oriente, fino alla copertura delle elezioni Usa del 2012 e del 2016. Inoltre, sotto la guida di Buzbee, l’AP ha vinto un Premio Pulitzer nella categoria “reportage internazionale” per la copertura del conflitto in Yemen e un altro, per la “fotografia di lungometraggi” per le attività in Kashmir.
Inoltre viene da una famiglia con grande esperienza nel giornalismo: suo suocero era Richard Buzbee, editore di The Hutchinson News e di Olathe Daily News, due testate del Kansas (il marito, John Buzbee è morto nel 2016, dopo una carriera come un ufficiale dei servizi esteri e specialista del Medio Oriente). Nata a Walla Walla, un paesino di circa 31mila persone nello Stato di Washington, è cresciuta nella Bay Area e nei sobborghi di Dallas e Kansas City; dopo il liceo ha ottenuto la laurea in Giornalismo presso l’Università del Kansas, iniziando poi la carriera di giornalista da Topeka in Kansas.
L’importanza delle competenze soft per i manager
Insomma, il curriculum di Buzbee è ricco di esperienze e i numerosi riconoscimenti ottenuti ne certificano le competenze tecniche. Come spesso accade, la meritocrazia va a braccetto con le capacità hard. E nel caso dei direttori di giornali si ha a che fare con giornalisti che possono vantare una lunga gavetta alle spalle. Almeno in Italia, stando alle diverse leggi che ne disciplinano il ruolo, il direttore responsabile, tra le varie attività, fissa e impartisce le direttive politiche e tecnico-professionali del lavoro redazionale, stabilisce le mansioni dei giornalisti e dà le disposizioni necessarie al regolare andamento del servizio e stabilisce gli orari di lavoro.
Dunque, di attività giornalistiche da svolgere non c’è granché per il ‘capo’ del giornale. Che è quindi chiamato a mettere in campo altre competenze, in particolare quelle trasversali. Una situazione non molto diversa da chi – a prescindere dal settore di appartenenza – si ritrova improvvisamente a passare dal ruolo di professional a quello di manager.
La pandemia – sempre che ce ne fosse bisogno – ci ha messo di fronte alla rinnovata importanza delle soft skill, che fanno realmente la differenza; tanto che le hard skill possono essere quasi date per scontate. L’attenzione è da riportare sulla differenza tra le competenze e le attitudini: le prime possono essere affinate, mentre le seconde sono qualcosa di innato. E oggi più che mai, chi ricopre un ruolo di responsabilità deve utilizzare le competenze che gli esperti definiscono “umane”, come l’empatia (una competenza che difficilmente ci metterà in competizione con le macchine).
Mentre la stampa – soprattutto quella nostrana – plaude alla nomina di Buzbee con titoloni sul fatto che è la prima donna a ricoprire la carica, sarebbe il caso di focalizzare l’attenzione su altro. Scegliere i responsabili per le competenze tecniche è la decisione migliore? Negli Usa la questione è seria. E infatti la nuova Direttrice del Washington Post non ha solo competenze giornalistiche certificate: nel suo curriculum c’è pure un MBA presso la Georgetown University. Per gestire le persone non basta un’ottima giornalista.
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