Centrosinistra e sinistra puntano sul Piano 4.0 e sulla transizione ecologica
Riorganizzare le catene industriali attraverso incentivi selettivi che consentano di promuovere filiere strategiche per il nostro Paese; concentrare le risorse su strumenti fiscali semplici e automatici a supporto degli investimenti di cittadini e imprese; aiutare la conversione ecologica industriale anche socialmente. Sono queste alcune delle proposte in tema di imprese elencati nei programmi elettorali dei partiti di sinistra e di centrosinistra.
Pd punta a rafforzare il grande potenziale delle imprese
Nel capitolo del programma dedicato allo sviluppo sostenibile e alla transizione ecologica e digitale il Partito democratico affronta la necessità di agire per trasformare e rendere più solido l’intero tessuto produttivo e sociale del Paese e di rafforzare il grande potenziale delle nostre imprese, dei piccoli imprenditori e imprenditrici, delle startup innovative, del mondo degli artigiani e dei professionisti, attraverso misure di sostegno e di semplificazione, favorendo la Transizione 4.0 in uno scenario che coniughi innovazione, concorrenza e sostenibilità.
A ciò si aggiunge il ruolo chiave degli investimenti nella ricerca e nell’innovazione per superare le inefficienze e i problemi strutturali di bassa produttività del sistema-Italia. Il Pd sottolinea, inoltre, la forte interconnessione tra la transizione ecologica e digitale, puntando sulla riorganizzazione delle catene industriali, attraverso incentivi selettivi che consentano di promuovere filiere strategiche per il nostro Paese. Proponiamo inoltre l’istituzione di un coordinamento per la valorizzazione del ruolo e del contributo delle imprese a partecipazione pubblica nelle strategie di politica industriale, in particolare per la transizione ecologica e digitale.
Nel programma del Pd è considerato essenziale promuovere un approccio critico al digitale nel ciclo dell’istruzione, a partire dall’educazione civica digitale fino alla digital literacy e all’educazione sull’uso del dato, all’impiego di elementi di informatica di base, alla difesa dalla disinformazione. Il programma elettorale parla anche dell’importanza di promuovere politiche industriali per lo sviluppo del settore degli asset digitali, coerentemente con il quadro normativo europeo, allo stesso tempo cogliendo le nuove opportunità che le moderne tecnologie blockchain offrono.
Si sottolinea anche la volontà di rafforzare la ricerca e di ridisegnare le politiche collegando ricerca, innovazione e imprese, nonché l’accesso alla conoscenza come bene pubblico. La modulazione degli incentivi fiscali rappresenta, inoltre, per il Pd un’importante leva da utilizzare per sospingere cittadini e imprese verso l’innovazione e la sostenibilità.
Italia Viva e Azione: strumenti fiscali semplici e automatici per gli investimenti
Italia Viva e Azione citano espressamente il piano Industria 4.0, varato da Carlo Calenda quando era Ministro dello Sviluppo Economico del Governo di Matteo Renzi. “ Il piano è stata la principale iniziativa di politica industriale degli ultimi 30 anni; grazie a questa, gli investimenti e la produttività hanno raggiunto livelli superiori a quelli delle imprese tedesche. È dunque necessario concentrare le risorse su strumenti fiscali semplici ed automatici a supporto degli investimenti di cittadini ed imprese. Questa è l’unica strada per aumentare salari e posti di lavoro”, è stato scritto nel programma.
Nello specifico si sottolinea l’importanza di: stimolare l’innovazione tecnologica e gli investimenti; ripristinare e rafforzare Industria 4.0 – depotenziata, secondo Italia Viva e Azione dai Governi più recenti – aggiornando la lista dei beni agevolati (con l’inclusione delle nuove tecnologie) e aumentando il tetto massimo per gli investimenti; estendere il meccanismo di Industria 4.0 agli investimenti per la transizione ecologica (per esempio: impianti di produzione e accumulo di energia per l’autoconsumo).
Oltre a questo un altro punto chiave è la necessità di facilitare la crescita dimensionale delle imprese e per questo si propone di: innalzare la soglia dimensionale d’impresa per l’applicazione di alcuni dei più pesanti vincoli burocratici in materia di lavoro; modulare la defiscalizzazione già prevista nelle zone economiche speciali al fine di favorire la crescita delle piccole imprese e incentivare quelle di medie e grandi dimensioni; potenziare il credito d’imposta per i costi di quotazione delle PMI, già introdotto dal Mise nel 2017.
Un altro tema è poi quello della valorizzazione delle PMI e dell’artigianato. Le piccole e micro-imprese artigiane sono i luoghi dei talenti italiani, dove spesso si originano le esperienze del Made in Italy maggiormente di successo. Per sostenere queste realtà, secondo Italia Viva e Azione, occorre accompagnare il passaggio generazionale, favorire il credito diretto e le garanzie, anche attraverso la mutualità privata; bisogna inoltre promuovere la formazione professionale sul campo attraverso l’alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato duale.
Sinistra italiana e Verdi: aiutare la conversione ecologica industriale
Il tema della politica industriale è citato da Sinistra italiana e Verdi esplicitamente in uno dei paragrafi del punto nove del programma intitolato “L’Italia giusta” , dove è scritto che dalla stagione delle privatizzazioni, l’Italia non ha più avuto una politica industriale. L’esito di quel processo è stato, secondo i due partiti, la perdita di centralità dei grandi gruppi industriali e di conseguenza l’adozione di un modello fondato sulle PMI produttrici di prodotti intermedi finalizzati all’export; questo ha portato a un progressivo declassamento del sistema-Paese, dipendente da catene globali dirette altrove e incapace di emergere nei nuovi settori chiave, dalla Robotica alle Biotecnologie, dalla Farmaceutica all’Informatica. In compenso, per Sinistra italiana e Verdi, siamo diventati terreno di caccia per investitori esteri orientati ad acquisire imprese italiane per sfruttarne brevetti, contratti e penetrazione nei mercati, per poi liquidarne la capacità produttiva delocalizzando altrove.
Per questi motivi, la proposta è di invertire queste tendenze, attraverso un forte e diretto intervento pubblico nell’economia: lo Stato deve promuovere investimenti che determinino lo sviluppo di nuovi campioni nazionali nei settori ritenuti strategici, avvalendosi del supporto del sistema universitario e puntando a creare nuove e innovative filiere produttive.
Altro tema è quello delle delocalizzazioni, tematica rispetto alla quale la proposta è che chiunque porti all’estero parte della produzione – con conseguente riduzione di personale – debba restituire tutti i contributi in conto capitale ricevuti nell’ultimo quinquennio, così come eventuali sgravi contributivi o eventuali altri vantaggi fiscali; inoltre è necessario introdurre l’obbligo di assicurare la continuità produttiva attraverso la cessione preventiva dello stabilimento o, in alternativa, di versare una sanzione pari al 5% del fatturato degli ultimi cinque anni, da destinare alla rioccupazione dei lavoratori, preferibilmente secondo la formula del worker buyout.
Inoltre al punto tre del programma, dedicato alla mobilità sostenibile, si parla della necessità di aiutare la conversione ecologica industriale anche socialmente: è urgente adottare politiche industriali per le produzioni di componenti di veicoli elettrici, riconvertire filiere esistenti e favorire la nascita di filiere di recupero e riciclo delle componenti e dei materiali critici; politiche del lavoro per la riqualificazione degli addetti e favorire la mobilità dei lavoratori a rischio verso altri settori; politiche per l’istruzione che prevedono percorsi formativi a tutti i livelli.
Fonti:
Partito democratico: partitodemocratico.it/wp-content/uploads/AGGIORNAMENTO-PROGRAMMA_INSIEMEPERUNITALIADEMOCRATICAEPROGRESSISTA_250822-1.pdf
Italia Viva e Azione: https://www.italiaviva.it/programma_elettorale_azione_italia_viva_calenda
Sinistra italiana e Verdi: https://verdisinistra.it/programma-alleanza-verdi-e-sinistra/
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