Certificare le competenze digitali
Il processo di digitalizzazione sta rapidamente trasformando ogni aspetto della nostra vita, privato e professionale: una recente ricerca Istat rivela infatti che il 30% degli italiani si connette a internet solo con lo smartphone e che il 54% dei professionisti lavora in mobilità. È quindi necessario sviluppare delle basi di cultura digitale per gestire la quotidianità e l’operatività a lavoro. Da questa esigenza è nata la certificazione E4job, che permette – una volta superato l’esame – di ricevere un attestato del conseguimento di competenze digitali validata dall’ente unico nazionale di accreditamento Accredia, designato dal Governo e che garantisce l’affidabilità e spendibilità del ‘patentino’ nel mondo dello studio e del lavoro.
Si tratta di un programma formativo composto da contenuti e strumenti organizzati in un’App; la soluzione è nata dalla collaborazione dell’Associazione italiana per l’informatica e il calcolo automatico (Aica), dell’Istituto per l’Addestramento professionale dei lavoratori (Ial) Friuli Venezia Giulia e di Skilla (elearning company), che hanno voluto creare uno strumento agile per far conoscere i fondamenti delle competenze digitali non solo nei loro aspetti tecnici, ma allargando la visione anche a quelli culturali, generando in questo modo la consapevolezza necessaria per saperli gestire anche nella vita di tutti i giorni. Proprio uno studio di Skilla sulle azioni digitali quotidiane degli italiani ha infatti evidenziato che ciascuno di noi sblocca il proprio smartphone, in media, nove volte ogni ora; il 56% delle persone ritiene di non avere tempo per fare formazione attraverso corsi strutturati tramite Pc; il 76% vorrebbe che la formazione online fosse quanto più semplice, immediata, intuitiva; il 32% abbandona un sito internet se la pagina impiega più di tre secondi a caricarsi.
Come possiamo prepararci, quindi, a vivere in modo attivo e consapevole il mondo digitalizzato? “Avere skill digitali non significa saper usare uno smartphone, ma conoscere anche le basi della cybersecurity o i rischi della privacy. La certificazione aiuterà sicuramente i candidati a risaltare nei processi di selezione”, ha sottolineato Franco Patini, membro del Comitato Education di Confindustria Digitale, durante l’evento di presentazione del progetto. Secondo Patini bisogna sistematizzare le competenze che servono nelle aziende e dare gli strumenti di orientamento necessari alle persone per capire come costruire percorsi professionali e di studio in linea con le richieste.
Dalla formazione in pillole alla certificazione
L’App è pensata come una ‘palestra’ dove allenare le abilità tecnologiche e digitali di chiunque, dagli studenti fino al management. Remy Da Ros, Direttore Innovazione di Ial Friuli Venezia Giulia, ha elencato gli obiettivi del programma: sapere che cos’è un digital mindset; saper utilizzare al meglio tecnologie di condivisione; conoscere le basi della cybersecurity e riconoscere le varie tipologie di attacchi informatici per proteggersi; avere nozioni di cittadinanza digitale (per esempio sapere almeno che cos’è la firma digitale, o lo Spid); padroneggiare gli strumenti di Internet of Things (IoT) e conoscerne l’applicazione nella vita quotidiana; comprendere la relazione tra opportunità e rischi digitale.
Il percorso di certificazione inizia con un assessment iniziale per verificare il grado di conoscenze dell’utente, poi è sbloccata l’erogazione di otto macro-contenuti che comprendono 209 learning card, cioè pillole di formazione della durata di cinque minuti l’una. “Per facilitare la fruizione dei contenuti abbiamo inserito un glossario, in cui a ogni parola corrispondono il significato e le porzioni di testo in cui si trova il lemma”, ha spiegato Da Ros.
Alcune materie, soprattutto quelle pensate per aziende e organizzazioni e non per singoli utenti, sono somministrate tramite la gamification. Solo al termine della visione dei contenuti si può simulare l’esame, senza ottenere il ‘patentino’. Se invece l’utente vuole l’attestato, può rivolgersi al test center locale o prenotare l’esame via web. La prova è costituita da 45 domande da svolgersi in un tempo massimo di 90 minuti, e la soglia di superamento minima è del 60%. Se il test è stato superato, il candidato ottiene il certificato che ha tre anni di validità. “Nell’ambito delle certificazioni rivolte ai professionisti ICT e ai responsabili per la Transizione al Digitale, la nostra proposta facilita l’ampia diffusione di una lingua comune della trasformazione digitale, senza entrare negli aspetti operativi ma mirando alla consapevolezza”, ha detto Paolo Schgör, Direttore di Aica.
Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino.
Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica.
Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.