Finance

CFO, la funzione Finance si apre a nuovi scenari

La necessità di ridefinire i paradigmi che guidano i processi di pianificazione e controllo, integrandoli con gli altri ‘anelli’ della catena del valore aziendale, è un tema chiave per le aziende che oggi vogliono affrontare con successo la ripresa in atto e la crescita attesa per i prossimi mesi. Questa funzione è svolta dal Chief financial officer (CFO), sempre più importante per le sorti dell’impresa moderna; ai giorni nostri, si presenta come una delle figure manageriali di riferimento a supporto della Direzione. Investire sul CFO significa fare una scelta strategica per abilitare l’adozione di nuovi modelli di business e sostenere efficacemente il cambiamento, creando un ambiente collaborativo, favorito anche dalle nuove tecnologie, in cui si abbattono i silos tra i dati, così da poter prendere decisioni ed eseguirle in modo sempre più rapido ed efficiente.

Un recente studio del Boston consulting group dal titolo Reframing the CFO function in space and time ha messo in luce le ragioni del cambiamento di visione che si è reso necessario per ridefinire questa funzione nel ‘tempo’ e nello ‘spazio’ di azione. Guardando al proprio ruolo in azienda, il 46% dei CFO intervistati (164 direttori finanziari in totale) pensa sia necessaria una revisione profonda del ruolo e, nel lungo termine, la stessa percentuale vede un maggiore orientamento al business della loro attività.

Il CFO, infatti, ha il ruolo di aiutare la Direzione a prendere decisioni bilanciate e implementare strategie flessibili, che contemplino il cambiamento e che siano lungimiranti, evitando di fossilizzarsi su questioni che non favoriscono l’innovazione. Per farlo, serve guardare all’esterno dell’azienda, valutando il contesto e il mercato di riferimento. Lo ha spiegato Andrea Dossi, Associate Dean for Faculty, SDA Bocconi School of Management di Milano e Associate Professor of Management Control Systems all’Università Bocconi di Milano. Secondo il docente, intervenuto all’evento che ha avuto luogo a novembre 2021 dal titolo Connected Enterprise Planning: la sfida digitale del Finance organizzato da Oracle, azienda di software e tecnologia per database e sistemi di ingegneria cloud, “Nei momenti di incertezza, è fondamentale implementare strategie che considerino i fattori esogeni all’azienda e, quindi, la situazione del mercato. Il CFO è una figura centrale per svolgere queste attività e per esaminare le scelte dell’impresa, rendendole coerenti con ciò che richiede il settore di riferimento”.

Proprio per questi motivi, il suo ruolo dipende, in particolare, da due determinanti: in primis, il fatto che sia considerato come un punto di contatto con l’esterno; poi, serve anche conoscere la metrica del valore generato in azienda. “In questo, il ruolo del CFO è estremamente rilevante: la sua relazione con l’esterno è necessaria per capire come muoversi nei processi aziendali e valutare se effettivamente si sta generando valore”, ha continuato Dossi.

Dare un significato ai dati

La funzione Finance, dunque, sta cambiando la sua natura, aprendosi agli scenari in continuo mutamento. Infatti, storicamente, si è sempre dedicata a costruire strumenti per estrarre dati e lavorare con essi; ogni azienda seguiva procedure simili, ottenendo in questo modo informazioni per prendere le decisioni. Ma se è vero che misurare le performance economiche e aziendali è la base di questa professione, oggi altrettanto importante è capire e interpretare i numeri, dando loro un senso all’interno di un contesto più ampio. Lo ha raccontato Agostino Scornajenchi, CFO, Terna e Presidente di Andaf, associazione che contribuisce alla formazione e alla crescita professionale: “I numeri hanno cambiato significato; non sono più un elenco di informazioni che servono a un’utenza tecnica, ma devono essere inseriti in un contesto e descrivere che cosa fa e come si muove l’azienda all’interno del business”.

Proprio per questo, oggi, ci si aspetta che il Finance abiliti il cambiamento e conduca verso nuovi orizzonti strategici, ridefinendo i modelli operativi, sfruttando le tecnologie emergenti e contribuendo ai processi decisionali aziendali. Lo ha affermato Edilio Rossi, Digital Finance and Supply Chain Solutions e Sales Development Director di Oracle, spiegando che oggi “molte aziende hanno operato trasformazioni dei modelli di business oppure stanno crescendo a seguito di acquisizioni e fusioni”. A questo proposito, quindi, il Finance deve essere considerato come una leva di cambiamento. “Deve ampliare la sua capacità di governare, darsi una vision, in modo da determinare l’evoluzione insieme con l’azienda; non può rimanere fermo e ancorato al passato”, ha confermato Dossi.

Ecco perché serve che il CFO si concentri non tanto sui dati in sé, quanto sul significato che si vuole dare loro; si tratta di un cambiamento operativo, ma anche – e soprattutto – di mentalità. “Gli strumenti funzionano in modo autonomo, ma quello che fa la differenza è il senso che noi diamo alle informazioni dell’azienda e del mercato esterno; si tratta di un cambio culturale perché questa figura si deve occupare di gestire le risorse e valutare il rischio”, ha detto Scornajenchi.

Il supporto delle nuove tecnologie

Oltre a occuparsi di numeri e dati, il Finance ha sempre lavorato in modo isolato, non integrato con le altre funzioni. Nonostante questo, la prospettiva futura è esattamente opposta: deve allearsi e lavorare in relazione con le altre aree operative, per avere la possibilità di ponderare le decisioni sulla base di fattori e punti di vista differenti. “Bisogna ragionare in questa chiave perché oggi il mondo della pianificazione e del controllo implica un nuovo modo di gestire i processi, che deve essere interconnesso in azienda, perché ogni divisione legge il business in modo differente; per questo la concatenazione tra di esse può essere vincente”, ha detto Rossi.

In questo contesto, le nuove tecnologie giocano un ruolo fondamentale e possono agevolare l’interdipendenza dei diversi processi. Il report I financial leader del futuro di Euler Hermes rivela che il 72% dei CFO ritiene che il proprio ruolo sia diventato maggiormente dipendente dalle nuove tecnologie negli ultimi tre anni e il 78% riconosce che il digitale ha impattato positivamente sul loro business. Lo ha confermato anche il manager: “Grazie al Machine learning, per esempio, si possono utilizzare più fonti per la pianificazione preventiva che derivano non solo da elementi interni, ma anche esterni all’azienda”.

È utile che, a questo proposito, i CFO dispongano di strumenti affidabili a fini predittivi; è così che si possono fare valutazioni, integrare informazioni e prevedere eventuali situazioni di criticità. “Se noi riusciamo a usare algoritmi predittivi, simulando la realtà, il nostro livello di affidabilità e velocità nelle decisioni diventa un elemento competitivo importante. Si tratta di aggiungere all’intelligenza umana quella artificiale”, ha concluso Rossi.

Il CFO, insomma, fino a poco tempo fa era un soggetto che si limitava a misurare gli indicatori di performance economiche all’interno del contesto organizzativo; ora deve avere una visione più ampia, prendendo le informazioni dal mercato e riportandole in azienda. In questo senso, risulta quindi di supporto della Direzione perché, tramite la visione di ciò che accade all’esterno, può sfruttare i dati adattandoli alle metriche aziendali.

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Federica Biffi

Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. È appassionata di cinema e si interessa a tematiche riguardanti la sostenibilità, l'uguaglianza, l'inclusion e la diversity, anche in ambito digital e social, contribuendo a contenuti in siti web. Ha lavorato nell'ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE come editor e redattrice.

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