Chi ha scoperto il remote working non vuole tornare indietro

Durante il lockdown innescato dall’emergenza sanitaria, milioni di persone nel mondo hanno cambiato stile di vita. In Italia si stima che siano 2 milioni i lavoratori che hanno continuato a operare anche a distanza, molti di più dei 570mila smart worker censiti nel 2019. Lavorare da casa è diventata, dunque, un’abitudine in tutto il mondo e si è rivelata molto più apprezzata del previsto.

In Belgio più di nove lavoratori su 10 che hanno scoperto il remote working durante il lockdown sono pronti a metterlo in pratica anche in futuro. Secondo il quotidiano francofono L’Echo, andare in ufficio piace ancora molto. Eppure, nel Paese che ha registrato il più alto tasso di mortalità in rapporto al numero di contagiati, conta anche la paura del virus: il 94% di coloro che da metà marzo 2020 sono stati costretti a convertirsi al lavoro da remoto sarebbero pronti a continuare a operare in questa modalità. Lo conferma una survey condotta dalla startup belga eBloom, specializzata nel trattenere giovani talenti.

Il 96% degli intervistati vorrebbe integrare il telelavoro nella propria vita lavorativa, mentre il 14% sarebbe propenso a lavorare da casa full time. La maggioranza del campione rivela, infatti, di preferire l’autonomia che regala il lavoro a distanza (56%) e ammette di essere meno stressato rispetto ai ritmi dell’ufficio (53%).

Dall’indagine emerge, però, anche il rovescio della medaglia: quasi sette dipendenti su 10 si sentono maggiormente connessi con l’azienda quando operano nei locali aziendali e avvertono che la relazione con i colleghi tragga beneficio dalla vicinanza di scrivanie. La maggior parte dei belgi crede che anche lo spirito di gruppo (70%), la comunicazione (69%) e i feedback ricevuti (55%) siano migliori quando si lavora in ufficio piuttosto che da remoto.

All’inizio del lockdown, il numero delle persone che lavorano da casa in Belgio è quadruplicato nell’arco di una settimana. Una startup locale ha persino iniziato ad affittare scrivanie, sedie e altro arredamento da ufficio agli smart worker privi di un home office attrezzato, visto che non godere del supporto ergonomico adeguato può interferire sulla produttività. Secondo il Centro di crisi nazionale, infatti, il lavoro a distanza resterà la norma nel Paese anche dopo la ripresa delle attività.

Fonte: The Brussels Times

Belgio, remote working, post Covid


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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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