Chi meglio include più performa

L’esperienza sembrava suggerirlo, adesso lo conferma anche una ricerca: le aziende più Lgbtq-friendly hanno rendimenti più alti e migliori. Almeno rispetto ai dati delle quotazioni di Borsa. La ricerca condotta da Jukka Sihvonen, Assistent Professor alla Aalto University School of Business ha esaminato il rapporto tra policy aziendali inclusive verso la comunità Lgbtq e le performance dell’impresa, valutando i dati di 657 aziende statunitensi quotate in Borsa nel periodo compreso tra il 2003 e il 2016. Il risultato cui sono aggiunti i ricercatori è che l’adozione di politiche Lgbtq-friendly crea valore in primo luogo per i conti dell’impresa stessa.

La relazione tra policy e risultati è, secondo lo studio, “economicamente significativa”. I risultati indicano che l’effetto positivo di politiche inclusive sulla redditività dell’impresa e sul mercato azionario di riferimento è maggiore per le compagnie con sede in Stati più liberali, mentre è ridotto o inesistente per quelle localizzate in Stati più conservatori. In ogni caso, anche in questi ultimi, l’adozione di politiche di integrazione e inclusione non produce alcuna ripercussione negativa sul contesto economico aziendale.

Ma in che modo la sensibilità alle questioni Lgbtq influenza le performance dell’impresa? Secondo la ricerca, le ragioni dell’impatto positivo sono diverse. Innanzitutto, precedenti studi hanno già documentato come le aziende Lgbtq-friendly siano di regola associate a un maggior commitment del personale: le politiche di inclusione migliorano la soddisfazione dei lavoratori, incrementano la produttività e rendendo più distesi e altruistici i comportamenti sul posto di lavoro.

Inoltre, i ricercatori sostengono che questo tipo di policy abbia anche l’effetto di migliorare la competitività dell’impresa sul mercato del lavoro, migliorando la capacità della stessa di attrarre, assumere e trattenere impiegati di talento. I risultati dello studio supportano così la visione secondo cui politiche interne attente al sociale e Diversity management siano convenienti anche da un punto di vista economico e debbano essere prese in maggior considerazione dai board delle aziende.

Fonte: The HR Director

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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