Convivio_Fornero

Ci serve una classe dirigente che sia di esempio

Viviamo circondati da negatività. In primis, nella nostra società si è diffuso uno svilimento delle competenze, che porta le persone a pensare che un post sui social e l’opinione di un esperto abbiano lo stesso valore; vi sono poi i Neet: giovani che non si formano e non cercano opportunità, insomma che non hanno più una motivazione al lavoro. È necessario che la classe dirigente si faccia promotrice di qualità e nuove consapevolezze per garantire una ripresa.

Queste le tematiche emerse durante Il Convivio di Persone&Conoscenze – evento tenutosi l’11 marzo 2021, promosso dalla casa editrice ESTE e di cui Parole di Management è stato Media Partner – in un dialogo fra Elsa Fornero, Professore Onorario di Economia Politica presso l’Università di Torino, Coordinatore Scientifico del CeRP-Center for Research on Pensions and Welfare Policies, presso il collegio Carlo Alberto ed ex Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità (2011 al 2013) e Francesco Varanini, manager, formatore, consulente, scrittore, docente e Direttore Responsabile della rivista Persone&Conoscenze, nonché Direttore Scientifico di Assoetica.

Secondo Fornero, per riscattarsi è necessario uscire dai perimetri quotidiani e aprirsi all’ignoto, cercando azioni positive per contrastare la negatività che ci circonda. Una fra tutti è il rispetto verso chi ha più competenze. Oggi c’è consapevolezza nella popolazione di quanto sia importante avere una classe dirigente che guidi Paese in ambito economico: servono leader che portino innovazione e che non si limitino a criticare le azioni dei colleghi.

Per fare questo è necessario creare coraggio e assumersi le proprie responsabilità. “Io non mi ero preparata a fare il Ministro”, ha commentato Fornero, “ma sono stata chiamata, da una persona che stimo, per aiutare il Paese a trovare una nuova strada in un momento di difficoltà. E quando il Paese chiama bisogna accettare”.

È difficile? Impossibile? Certo, non esistono sfide semplici, ma vale la pena affrontarle. La cosa fondamentale, per far bene il proprio lavoro, è riuscire a mantenere l’equilibrio. Ed è questo l’esempio che la classe dirigente deve dare, soprattutto ai giovani: non fermarsi di fronte alle difficoltà, assumersi le proprie responsabilità e non declinare nuove sfide. È necessario infondere coraggio e motivazione, poiché il successo non si misura con il guadagno e l’ostentazione, ma con la cultura, la competenza e l’onestà.

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