Città che vai, mobilità che trovi (da migliorare)
Il tema non è tra i più battuti, seppur centrale nelle vite di ognuno. Specie quello più tradizionale e quindi non da remoto, il lavoro è fatto ogni giorno da spostamenti nelle città. Ore – per i fortunati solo qualche decina di minuti – trascorsi nel traffico, in auto o sul trasporto pubblico. Tempo nella maggior parte dei casi… perso. Arriverà il momento in cui il tutto sarà più a misura di essere umano e soprattutto di lavoratore?
In Italia gli occupati sono circa 24 milioni, di cui solo una minima parte (3,6 milioni), lavora in Smart working. E se la tendenza globale, quella del ritorno in ufficio – con Amazon in testa – dovesse confermarsi, la mobilità urbana sarà sempre più sotto pressione. E andrà ripensata. In un’ottica green, ma anche di miglioramento delle vite di cittadini e lavoratori.
La revisione della mobilità romana
Per esempio, Roma ha 3 milioni di abitanti, e le previsioni per il Giubileo 2025 parlano di 30 milioni di pellegrini in arrivo in una città già sofferente in condizioni di normalità. I lavoratori romani sono 1, 819 milioni; senza dubbio quindi “il potenziamento e l’avvicinamento all’uso mezzi pubblici sarà necessario, ma serve un cambio culturale”, ha avvertito Svetlana Celli, Presidente dell’Assemblea Capitolina, intervenendo al Mobility Forum di Comunicazione Italiana, a metà settembre 2024 a Roma (evento che accoglie dibattiti dedicati alle smart city e alla mobilità intelligente). Il contesto è quello della Well Week, festival itinerante della sostenibilità e del benessere. “Non possiamo però farcela da soli: anche se la strada intrapresa è quello giusta, servono più fondi statali”, ha proseguito Celli.
Ma gli investimenti ci sono e sono consistenti. “Oltre 1 miliardo, una cifra mai vista negli ultimi 20 anni”, ha fatto sapere Franco Middei, Direttore Corporate di Atac, azienda per la mobilità del Comune di Roma. “Soldi che stiamo spendendo per finanziare 1.057 nuovi bus che saranno inseriti a sostituzione dei vecchi, per ulteriori 121 tram, e altri project financing per il restyling di stazioni metro e pensiline sparse per la città”. Impresa non facile in una metropoli come Roma dove il trasporto pubblico è storicamente insufficiente ai bisogni della cittadinanza. Ma che nelle attese dovrà garantirà a chi si muove per la città una vita migliore.
“Il 63,5% dei city user romani utilizza l’auto di proprietà per gli spostamenti, solo il 10% sceglie bus, tram e metro”, ha continuato Middei. Della minoranza che sceglie il trasporto pubblico, sono pochi (31%), quelli che vanno in metro, mentre a piedi per spostamenti superiori ai 10 minuti e con una specifica motivazione si muove il 19%”. L’obiettivo, come spiegato dal manager di Atac, è rendere il trasporto pubblico più appetibile e migliorare le performance arrivando a una copertura del 12-13% della popolazione. Tenendo in considerazione le criticità di una città enorme, che per territori si può comparare a nove città italiane.
La diversificazione dell’offerta agli utenti
Anche altre città vanno nella stessa direzione. Milano per esempio, che ha un trasporto pubblico efficiente: “C’è un sistema che è la colonna vertebrale della città”, ha affermato Valentino Sevino, Direttore Generale dell’Agenzia mobilità ambiente e territorio (Amat). Ma si lavora per migliorarlo: “Siamo all’opera per un ridisegno urbano in modo che l’utilizzatore possa scegliere la soluzione più sensata in base al tipo di spostamento”. Magari la bici all’andata e il tram al ritorno: “Non è detto che i due tragitti debbano essere necessariamente uguali, e la scelta può dipendere da caso per caso”.
Sulla stessa linea anche Napoli, dove già da decenni si sta sperimentando una grande innovazione nel trasporto pubblico locale, come ha spiegato Nicola Pascale, Amministratore unico di Anm, l’azienda napoletana della mobilità. “Le operazioni si stanno svolgendo in particolare su ferro, con stazioni della metropolitana che abbiamo reso più belle trasformandole in luoghi urbani”. Il risultato? “Il numero dei passeggeri giornalieri è raddoppiato da circa 175mila a 350mila”.
Pure Venezia sta cercando di migliorare la mobilità urbana, mettendo al centro l’informatica. La soluzione è quella dell’abolizione dei supporti cartacei: “Abbiamo inserito l’abilitazione della carta di credito e del bancomat su tutti i mezzi cittadini, e in particolare dal 1 agosto i pagamenti sui nostri vaporetti sono cashless per il personale di marineria”, ha raccontato Gianluca Cuzzolin, Direttore Mobilità Lagunare di Actv, società del Gruppo Avm che gestisce la mobilità del capoluogo veneto. “Siamo stati pionieri in Europa in tal senso”.
Giornalista professionista, classe 1981, di Roma. Fin da piccola ha avuto il pallino del giornalismo. Raccontare i fatti che accadevano, quale mestiere poteva essere più bello di così? Laureata in Giurisprudenza alla Sapienza nel 2006 con un Erasmus a Madrid. Nel 2009 ha conseguito il master in Editoria, giornalismo e management culturale, di nuovo alla Sapienza. Nel mentre gli stage (Associated Press, Agi e Adnkronos) e i primi articoli per i giornali, quasi sempre online. All’inizio si è occupata di cultura e spettacoli, con il tempo è passata a temi economici, soprattutto legati al mondo del lavoro. Che è il settore di cui si occupa principalmente anche oggi.
Mobility Forum, mobilità urbana