Coinvolgere i fornitori per creare valore
Il successo di un progetto imprenditoriale passa dalle relazioni. Stabilirle e rafforzarle con i propri clienti e fornitori rappresenta uno degli obiettivi primari per chi desidera competere all’interno di mercati sempre più esigenti dove, a fare la differenza, è il valore delle idee, più che dei prodotti. Questo è il pensiero di Romeo Scaccabarozzi, Amministratore Delegato di Axiante, società di servizi e consulenza IT specializzata in trasformazione digitale. Secondo il manager, la prima domanda che l’imprenditore si deve porre riguarda il ruolo dei fornitori rispetto ai processi dell’organizzazione: è considerato come costo oppure come partner?
Nel primo caso, l’obiettivo è comprimere e minimizzare la spesa. Questo approccio, però, non produce valore a lungo termine e si limita a contrarre la voce in bilancio. Per costruire una relazione duratura e fruttuosa con il fornitore è quindi necessario abbandonare questo atteggiamento, approcciando la questione in ottica propositiva. “Classificare il fornitore come partner significa avere un equilibrio tra costi e valori, che oggi sono soprattutto la qualità, la resilienza e le idee, di cui il supplier può essere fonte”, spiega Scaccabarozzi, che sottolinea l’importanza di un intervento strutturale sulla mentalità dell’intera organizzazione.
Secondo il manager, infatti, tutti i responsabili di funzione (per esempio: Ricerca e Sviluppo, Marketing e Comunicazione) devono essere allineati. Per favorire questo mindset, può risultare fondamentale il contributo operativo e culturale fornito dalle soluzioni software: “Se il fornitore è mio partner, allora lo devo conoscere in profondità e avrò bisogno di sistemi di analisi e reporting che rendano le informazioni accessibili a tutta l’azienda. Da chi stiamo comprando? Quanto sto spendendo per la gestione di questo partner? Qual è la mappa delle relazioni interne ed esterne?”, ragiona Scaccabarozzi.
Relazioni salde e durature per affrontare i cambiamenti
Il rapporto con il fornitore non si delinea, quindi, come un’attività di competenza della sola Direzione aziendale ma, piuttosto, come un processo di conoscenza e coinvolgimento diffuso di tutte le funzioni aziendali, che devono, a loro volta, contribuire all’attività, raccogliendo e condividendo dati e informazioni. “I sistemi preparano ad affrontare i problemi, ma non a risolverli. Negli ultimi anni, l’84% delle aziende ha avuto difficoltà nelle relazioni commerciali con i fornitori e ciò va imputato ai cambiamenti che hanno interessato il tradizionale modello di globalizzazione, a partire dalla pandemia”, spiega l’AD di Axiante.
Secondo il manager, il consolidamento delle logiche tipiche dell’economia globale ha, nel corso dei decenni, spostato il focus delle attività sulla riduzione dei costi e ciò ha generato la complessità nei rapporti con clienti e fornitori. A confermarlo è anche la Banca centrale europea che, tra gennaio 2020 e l’aprile dello stesso anno, ha segnalato una contrazione delle esportazioni mondiali del 42%.
Nel vocabolario della nuova globalizzazione, quindi, sono tornati di prepotenza espressioni come reshoring (il ritorno della produzione nel Paese d’origine) e nearshoring (la rilocalizzazione in territori più vicini), fino al più recente friendshoring (lo spostamento della Supply chain in Paesi ‘amici’). Scaccabarozzi, perciò, ritiene che in questo nuovo contesto le relazioni con i partner debbano essere ripensate in ottica futura di lungo termine, facendo affidamento ai sistemi e alla loro capacità di integrare dati per rinsaldare i rapporti e per sviluppare catene di approvvigionamento e del valore più solide e resilienti.
In questo quadro, Axiante si propone come Business innovation integrator per le aziende, aiutandole a gestire le criticità e a realizzare gli obiettivi, operando in modo strategico, valorizzando la base di partenza, portando idee da altri settori. “Diamo una mano a sbagliare di meno”, conclude il manager racchiudendo il senso delle sue attività.
Laureato in Comunicazione e Società presso l’Università degli Studi di Milano, Alessandro Gastaldi ha iniziato il suo percorso all’interno della stampa quasi per caso, già durante gli anni in facoltà. Dopo una prima esperienza nel mondo della cronaca locale, è entrato in ESTE dove si occupa di impresa, tecnologia e Risorse Umane, applicando una lettura sociologica ai temi e tentando, invano, di evitare quella politica. Dedica il suo tempo libero allo sport, alla musica e alla montagna.
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