Colleganza tossica
Il lavoro impiega circa un terzo della nostra giornata: vivere al meglio queste ore è una esigenza fondamentale, ma è difficile riuscirci se quotidianamente ci si deve confrontare con colleghi… difficili. Nick Robinson, Executive coach, nel suo libro Piccolo manuale di sopravvivenza ai colleghi difficili (Apogeo, 2024) interviene sull’argomento, offrendo soluzioni in grado di gestire le persone con caratteri complessi, rivelando quali sono i tipi di personalità ricorrenti e le pratiche corrette per sviluppare una comunicazione efficace con loro. “È nel nostro interesse prestare attenzione e curiosità nei confronti di una persona difficile sul lavoro. Dovremmo chiederci perché è successo? Come possiamo aiutarla a riguadagnare la giusta rotta?”, scrive l’autore.
La prima domanda che apre il libro è: “Perché si verificano problemi sul lavoro?”. La risposta si trova in una sovrapposizione di fattori, che partono dalle carenze a livello di leadership dei manager. Queste si verificano, per esempio, quando il livello o lo stile di comunicazione dei leader non corrisponde a ciò di cui il singolo ha bisogno, quando i responsabili non hanno chiare le priorità o quando non coinvolgono le persone a sufficienza nello sviluppo di una visione comune. A queste mancanze si uniscono periodi turbolenti dell’organizzazione e situazioni in cui la zona di comfort della persona è violata. “Imparando a capire perché le persone diventano difficili sul lavoro è possibile individuare i percorsi per produrre un cambiamento positivo, sviluppare l’intelligenza emotiva e adattarsi alle situazioni che si presentano”, scrive Robinson.
In molti casi, non è però facile conoscere le motivazioni per le quali si verificano problemi, soprattutto perché è complesso identificare, secondo l’autore, per tempo una persona difficile. Il libro fornisce, quindi, indicazioni sui segnali di avvertimento critici che devono essere riconosciuti: il leader deve essere, infatti, attento a comprendere quando una persona si sente ostacolata, quando la fuga di collaboratori è associata a un soggetto in particolare o quando si inizia a percepire un clima di disagio di tossicità che caratterizza l’ambiente, intesa come una cultura che agisce direttamente contro il risultato da raggiungere.
I nove tipi di personalità dei colleghi
Per poter identificare il collega difficile serve, inoltre, comprendere quale è il carattere di riferimento; per questo l’autore propone nel dettaglio nove tipi di personalità fornendo per ciascuna quali sono le modalità di approccio e di relazione. I tipi maggiormente difficili sono: il “perfezionista ossessivo”, che deve essere guidato nello sviluppare competenze di collaborazione; gli “strateghi nell’ombra”, che devono essere maggiormente coinvolti nell’organizzazione; i “martiri”, che devono essere aiutati a scendere a compromessi. Le altre tipologie, meno negative di persone in azienda, sono invece: i “rivoluzionari”, che vogliono trasformazioni radicali; gli “arrivisti carismatici”, desiderosi di fare carriera; gli “apprensivi”, che si rendono utili senza apparire; le “rocce”, che sono persone leali e impegnate; i “compiacenti”, che apprezzano l’armonia.
Riuscire a costruire un luogo di lavoro armonioso non è solo un vantaggio per i lavoratori, ma anche per l’azienda, che vede crescere la produttività generale. Il report del 2023 di Gallup, società di analisi e di consulenza statunitense, ha stimato che, a causa di dipendenti poco coinvolti, globalmente le imprese hanno perso 7,8 miliardi di dollari in un solo anno. Saper gestire i colleghi difficili è, quindi, una necessità all’interno delle organizzazioni. “Possiamo affrontare le persone difficili e migliorare rapidamente i rapporti di lavoro in modo da cambiare la situazione. Se bilanciamo correttamente questi fattori, l’ambiente di lavoro diventa un luogo in cui le persone possono riunirsi e sostenersi a vicenda per raggiungere risultati che non potrebbero ottenere da sole, e da questo tutti possono trarne vantaggio”, è il messaggio finale dell’autore.
Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.
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