Communicate 2022, comunicare in modo efficace in inglese
Per i top manager comunicare in lingua inglese – lingua franca e universale nel business – è un’attività ordinaria. Farlo in modo efficace e impattante, tuttavia, non è facile. È una questione di tecnica, non solo di doti naturali. Proprio per migliorare le doti comunicative e potenziare le abilità linguistiche di chi sta ai vertici delle aziende e dei vari manager di linea è stato ideato l’evento dal titolo Communicate 2022 – Virtual summit on effective communication, in programma il 27 e 28 gennaio 2022, cui prendono parte relatori di fama internazionale e non i soliti ‘guru della comunicazione’, come spiegato dallo stesso claim dell’iniziativa (“Not an other communication guru”).
“L’evento si rivolge a manager e a tutte le figure chiave e rilevanti nelle aziende con l’obiettivo di seguire percorsi mirati per curare la comunicazione; quest’ultima è un aspetto molto influente sulla buona riuscita delle attività di business ed è molto più pratica di quanto si pensi”, spiega Mara Marangoni, Managing Director e Partner di Inventa Wide, società specializzata nella formazione manageriale in lingua inglese.
A caratterizzare l’appuntamento, come anticipato, sono gli speaker: “Ci sono, purtroppo, troppe persone che si propongono come esperte di comunicazione, quando invece presentano solo teorie di cui neanche loro stesse usufruiscono e beneficiano”, prosegue la manager, chiarendo che per parlare di comunicazione efficace in modo efficace si è scelto di affidarsi a “trainer” e “testimonial”, proprio per dare concretezza all’idea che alla teoria serve abbinare la pratica. Tutti i trainer sono veri e propri colossi specializzati nella comunicazione efficace; sono relatori di Ted talks, hanno scritto libri che sono diventati successi e hanno al loro attivo workshop e seminari in tutto il mondo.
La comunicazione efficace va ben oltre le parole
Mark Bowden, James Taylor, Simon Lancaster, Simon Thomas, David JP Phillips e Caroline Goyder sono tra i trainer, cioè coloro che hanno elaborato metodi e tecniche in diversi ambiti (dal linguaggio del corpo, alle neuroscienze, all’uso della voce…) perché la comunicazione sia efficace tutte le volte che ci si trova a dover svolgere una trattativa o a vendere un prodotto, ma anche a presentare progetti e nuove strategie a un pubblico non solo di collaboratori, ma pure di nuovi clienti.
Tra i testimonial, invece, ci sono Antonella Sada, Alfredo Lombardi, Nicola Tagliafierro e Ivan Livoni: si tratta di donne e uomini di azienda che hanno colto nella loro personale esperienza lavorativa di alto livello quanto la comunicazione efficace sia chiave effettiva di successo e di raggiungimento degli obiettivi. Sono le esperienze di questi speaker che garantiscono una dimostrazione empirica di quanto le teorie dei trainer non siano fini a se stesse.
“Un obiettivo dell’evento è far capire che la comunicazione non è né improvvisabile né secondaria, anche per figure ‘tecniche’ come i grandi manager”, spiega Marangoni, che sottolinea anche un altro aspetto importante legato alla cultura della lingua. “Comunicare efficacemente in inglese non vuol dire affatto limitarsi a parlare correttamente, ma è qualcosa di ben più complesso e olistico”, è il suo punto di vista. Proprio per questo “mind” (mente), “voice” (voce) e “body” (corpo) sono le tre parole chiave dell’evento, a dimostrazione che la comunicazione, per essere efficace, oltre a tener conto certo dell’espressione linguistica corretta e fluente, deve puntare su aspetti che vanno oltre la parola: “Per essere incisivi sulla propria audience bisogna fare buon uso del tono di voce, ma anche della gestualità, dei movimenti e degli atteggiamenti, bisogna azzeccare i tempi e la lunghezza delle pause e non trascurare l’empatia, che è alla base di ogni buona relazione comunicativa, soprattutto in momenti difficili”.
Padroneggiare le tecniche per la comunicazione efficace
Se la preoccupazione dei manager è quella di esprimersi bene a livello grammaticale, dunque, sbagliano se vogliono raggiungere l’obiettivo. E lo conferma ancora Marangoni: “Ci sono persone che, pur commettendo gravi errori di grammatica, arrivano al pubblico; nessuno si dimentica di loro e, soprattutto, dei contenuti da loro esposti”. Dunque, curare la forma dell’esposizione è fondamentale e va ben oltre la conoscenza della grammatica, applicando il ben noto principio dell’architetto e designer tedesco Ludwig Mies van der Rohe “Less is more”. “Serve non essere sommari ed essere capaci di trasmettere messaggi con tutti i sensi, cercando di catturare l’attenzione degli interlocutori nei primi otto secondi di intervento, dato che la capacità di ascolto e di concentrazione delle persone, nel nostro mondo ipercomunicativo, è sempre più limitata”, racconta l’esperta.
A questo proposito Marangoni ricorda come anche Steve Jobs, il visionario fondatore di Apple noto per i suoi discorsi di presentazione delle novità della casa di Cupertino, preparava con cura i suoi interventi: “Vuol dire che alla comunicazione va riposta davvero maggiore attenzione, superando la presunzione di sentirsi degli abili comunicatori senza bisogno di esercizio”. Certo che certe doti personali possono influenzare la buona riuscita della comunicazione (“Chi è più carismatico e capace di coinvolgere in modo naturale dovrà lavorare di meno”), ma per l’esperta anche le doti naturali vanno alimentate e lo stile comunicativo deve essere sempre definito.
Una sfida non semplice quella proposta, soprattutto per noi italiani: “Comunicare in inglese, una lingua che ha la fama di essere meno sofisticata e meno predisposta a rendere bene determinate sfumature emotive, può non essere facile, ma dato che nel mondo del business non si può prescindere dal farlo, allora è il caso di apprendere le tecniche utili che possono sopperire eventuali lacune”, è il pensiero di Marangoni. Dunque, il messaggio è chiaro: “Perché i manager siano anche comunicatori incisivi, coinvolgenti e credibili a livello internazionale, serve imparare a fare buon uso dell’inglese”. L’evento è un buon punto di partenza per mettersi alla prova e costruirsi una cassetta degli attrezzi molto utile.