Con Zucchetti Academy la formazione trasversale per i Mobility manager
Il tema della sostenibilità domina le discussioni e le agende delle aziende. Vale anche per la politica, che si è iniziata a interessare concretamente alla questione delle riduzioni degli impatti ambientali, incentivando l’uso del trasporto pubblico o della mobilità sostenibile. Per citare alcuni esempi, nel 2020 Bologna ha realizzato la bicipolitana, una rete ciclabile di oltre 1.000 chilometri; e un progetto simile si può trovare anche in altre città dell’Emilia-Romagna (Parma, Ferrara, Rimini) così come in altre zone d’Italia, come Pesaro e Treviso. Milano, invece, ha annunciato di voler diventare ‘la città dei 15 minuti’, un progetto urbano (ispirato a Parigi) in cui tutti i servizi essenziali siano raggiungibili a piedi in un quarto d’ora e che prevede una riorganizzazione generale della vivibilità della città, dei suoi spazi e anche dell’offerta del trasporto pubblico locale.
Questa crescita di sensibilità, dovuta anche ai risultati tangibili di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e dell’abbassamento dei livelli di inquinamento nell’aria durante i lockdown (uno studio dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca per l’ambiente riferito al 2020 ha registrato un calo delle emissioni del 9,8% rispetto al 2019 e una graduale diminuzione di altre sostanze nocive), è stata sostenuta anche a livello legislativo, quando a maggio 2021 un decreto del Ministro dei Trasporti e delle Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, con il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha regolamentato la figura del Mobility manager, distinguendo quello di area e quello aziendale, e rendendo quest’ultimo obbligatorio per le aziende con oltre 100 dipendenti.
“Il Mobility manager è una figura cruciale in questa fase storica e uno dei centri decisionali dell’azienda: dovrebbe avere visione su medio-lungo periodo dell’evoluzione della struttura aziendale, così come potere di spesa, capacità di interlocuzione con l’Amministratore Delegato, il Corporate Social Responsibility e tutto l’ecosistema in cui l’organizzazione si inserisce, come territorio, istituzioni e tutti gli enti che si occupano di responsabilità sociale”, commenta Marco Pavarini, Direttore di ExtraGiro, società di consulenza e comunicazione che dal 2017 ha una divisione dedicata alla mobilità sostenibile.
Con Zucchetti Academy il corso per Mobility manager
Per rispondere alla nuova esigenza delle aziende di offrire una mobilità più attenta all’ambiente e al tempo stesso sicura, ExtraGiro ha messo a disposizione delle imprese flotte di ebike, individuando nella software house lodigiana Zucchetti il partner con cui sviluppare una piattaforma per tracciare e gestire l’utilizzo della bicicletta, sia aziendale sia privata, per lo spostamento.
“Questo progetto si chiamava ‘Bike to work’ ed è nato nel 2020. Da tempo Zucchetti era dotata di strumenti per la gestione di viaggi e trasferte aziendali, ma durante la pandemia ci siamo concentrati su questioni più ‘ordinarie e quotidiane’, come gli spostamenti casa-lavoro”, specifica Valentina Ubaldi, Product Manager HR Mobility Solutions di Zucchetti.
Questa prima partnership ha, in seguito, aperto le porte a una riflessione più ampia, che ha portato Zucchetti ed ExtraGiro a organizzare un corso di Mobility management per trasferire alle persone interessate le conoscenze normative, organizzative e gestionali necessarie sulla tematica. “Le condizioni attuali, nel mondo del lavoro e non solo, impongono la comprensione che le cose stanno cambiando. I progetti (anche politici) sono ambiziosi e necessitano di persone competenti in grado di seguirli e attuarli. Le persone che se ne occuperanno sono già all’interno delle aziende, ma non è detto che abbiano le competenze adeguate”, prosegue Pavarini. Pensiamo per esempio ai Fleet manager, che si occupano della gestione del parco mezzi aziendale, o ai manager della funzione HR, ai quali, spesso, è stata affidata questa nuova responsabilità senza però essere sufficientemente preparati a riguardo.
Una figura trasversale e fortemente relazionale
La questione della mobilità sostenibile non si esaurisce all’interno dell’azienda. Come accennato, anche le città stanno riconsiderando i servizi che offrono ai cittadini, attente a tutelare e salvaguardare l’ambiente. Per sviluppare una soluzione veramente efficace, quindi, il Mobility manager aziendale deve collaborare con le stesse figure che agiscono a livello territoriale. “All’interno del percorso formativo per Mobility manager, disponibile nell’offerta di Zucchetti Academy, evidenziamo che si tratta di un ruolo dal valore fortemente relazionale: promuovere la cultura della mobilità sostenibile è possibile solo con il lavoro di squadra, che avviene dentro e fuori l’azienda”, precisa Ubaldi.
E il networking non è l’unica caratteristica. La figura del Mobility manager accorpa una serie di discipline molto importanti: oltre alla sostenibilità e alla relativa declinazione della mobilità, entrano in gioco anche competenze di comunicazione e gestione del personale, ma anche amministrative e organizzative (saper valutare la dotazione tecnologica necessaria e i relativi costi e conoscere l’impianto normativo e quello dei finanziamenti, per accedere a eventuali piani di welfare).
“Durante il corso affrontiamo una fase più teorica e un’altra più concreta e operativa, nella quale proviamo a delineare un piano delle soluzioni percorribili”, anticipa il Direttore di ExtraGiro. Le strategie sono numerose e diverse, personalizzabili sulle singole esigenze dell’azienda, sulla sua struttura e sulla conformazione geografica nella quale si inserisce, ma a fare la differenza è, prima di tutto, la cultura della mobilità sostenibile, per la quale ogni singolo dipendente deve sentirsi coinvolto e che deve essere promossa dall’organizzazione e dal territorio nella sua interezza.
Classe 1996, Martina Midolo è giornalista pubblicista e si occupa di social media. Scrive di cronaca locale e, con ESTE, ha potuto approfondire il mondo della cultura d’impresa: nel raccontare di business, welfare e tecnologie punta a far emergere l’aspetto umano e culturale del lavoro.
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