Coronavirus e nuove assunzioni, come cambia l’onboarding
Per i neoassunti le prime settimane sono cruciali. Sono i giorni in cui si entra in contatto con l’ambiente aziendale e con nuove persone. In Giappone, poi, il fenomeno è ancora più rilevante e si concentra in particolare nella prima settimana di aprile. È proprio nei giorni che segnano l’inizio del nuovo anno finanziario che in media più di 100mila neolaureati fanno il loro ingresso sul posto di lavoro. E sono accolti da un insieme di regole e rituali che possono governare il resto della loro vita lavorativa.
L’anno finanziario 2020 comincia, però, in un modo nuovo anche in Giappone. Con Tokyo e altre aree del Paese ancora in emergenza a causa della diffusione del coronavirus, i riti di ingresso e accoglienza dei nuovi assunti sono rimandati. Le compagnie si stanno affrettando ad adattarsi a quello che considerano uno stravolgimento delle loro tradizionali norme di lavoro.
Alcune aziende, come la banca di investimento Nomura, hanno inviato i nuovi assunti nelle filiali del Paese senza il tradizionale raduno dell’intera compagnia a Tokyo, che finora rappresentava il fondamentale primo incontro con il Chief executive. Altre hanno chiesto alla nuova forza lavoro di restare a casa per le prime due settimane, fornendo, quando possibile, forme di training online. Honda ha annullato la tradizionale visita alle fabbriche del Paese in cui venivano condotti ogni anno i nuovi assunti: l’esperienza è stata sostituita da un corso sulla storia e i valori della compagnia, a cui è dedicata tutta la prima settimana dall’inizio del rapporto di lavoro.
Al di là della formazione, secondo i manager la prima settimana dell’anno finanziario è la più importante perché introduce i nuovi arrivati alla cultura del lavoro giapponese. “L’intero Giappone si fonda sull’idea del gruppo di lavoro e il momento più importante per stabilire questa idea è il primo giorno in cui le persone si uniscono al team: è l’occasione per mandare un messaggio chiaro, spiegando che si è diventati parte della famiglia”, ha raccontato al Financial Times il numero uno di una compagnia farmaceutica dell’isola di Kyushu. “Adesso non so se i nuovi assunti si sentiranno mai completamente parte della compagnia”.
Fonte: Financial Times
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
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