Dal Tech alla Ristorazione: come si trovano i lavoratori?

Nel 2021 è calato il numero di persone in cerca di nuove opportunità lavorative, nonostante i media approfondiscano spesso il fenomeno della Great resignation, cioè le grandi dimissioni, in particolare con i giovani come protagonisti. Allo stesso tempo, alcuni settori come l’Horeca o l’IT faticano a trovare personale, anche in somministrazione. Lo rivelano i dati del rapporto annuale a cura dell’Osservatorio sul mercato del lavoro in somministrazione di Assolavoro, che ha registrato un calo pari al 3,3% del numero di persone che cercano occupazione rispetto al 2020. Tradizionalmente – è spiegato nel documento – questo tipo di contratto tende a concentrarsi nei mercati più attivi dell’industria manifatturiera, nei distretti produttivi più orientati all’export, nei poli logistici, nelle aree del terziario turistico e nei centri urbani in cui si concentra l’offerta di servizi avanzati.

“Nel settore della Ristorazione e dell’Ospitalità in particolare non abbiamo mai registrato un mismatch così ampio tra domanda e offerta”, racconta Roberto Sarrocco, Direttore dell’Agenzia per il lavoro Fmts. “Per fare un esempio, abbiamo organizzato un corso professionale attraverso Formatemp, il fondo nazionale per la formazione e il sostegno al reddito dei lavoratori in somministrazione, dedicato agli addetti al servizio di sala, con molte aziende che hanno già ‘prenotato’ una quota dei partecipanti offrendo loro almeno un contratto stagionale; eppure non riusciamo a formare la classe e far partire le lezioni per mancanza di iscritti”.

Non è solo questione di retribuzione

Le più recenti rilevazioni del bollettino Sistema Informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e Agenzia nazionale politiche attive lavoro (Anpal), confermano un elevato squilibrio tra domanda e offerta anche per le imprese dei servizi informatici e delle comunicazioni, che segnalano la mancanza di specialisti in Scienze Matematiche e Informatiche (61,7%), di tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (54,3%). “Le cause sono da attribuire a due fattori: la mancanza di candidati e la preparazione non adeguata alle rinnovate esigenze del mondo imprenditoriale”, spiega Sarrocco, che con il termine “preparazione’” non fa riferimento necessariamente alla formazione universitaria.

Il bollettino Excelsior del secondo semestre 2021 elencava infatti tra le 30 professioni più richieste dal mercato i seguenti impieghi classificati come ‘a bassa qualifica’: manutentore elettromeccanico, elettricista industriale e installatore di impianti elettrici, fresatore, tornitore, saldatore a filo e con robot, autista, muratore e carpentiere, magazziniere e addetto ai carrelli. “I nostri clienti in tutta Italia cercano profili specialistici e operai specializzati, offrendo retribuzioni che a volte superano quelle delle persone laureate. Stiamo progettando quindi classi per manutentori, saldatori, e fresatori in partnership con le aziende”, dichiara Sarrocco.

Il mismatch tra chi cerca e chi offre lavoro è presente soprattutto al Nord perché gli occupati totali del mercato del lavoro nelle regioni settentrionali rappresentano il 52,2% del totale, stando ai dati Istat risalenti al 2020. Parallelamente, la quota maggiore della domanda di somministrazione (il 71%) è proprio in questi territori, mentre le regioni del Sud raccolgono solo il 9,9% del totale dei somministrati, a fronte di una percentuale di occupati pari al 26,4%. I somministrati del Centro rappresentano il 16,5% del totale, con dato più vicino al peso della ripartizione sul totale degli occupati, pari al 21,4%. “La parola d’ordine è ‘formazione’, in ogni territorio e in collaborazione con le aziende locali, che devono dare il loro contributo tramite offerte trasparenti e obiettivi chiari”, chiosa Sarrocco.

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Elisa Marasca

Elisa Marasca

Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino. Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica. Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.

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