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Decifrare le competenze oltre la cultura del successo

Che cos’è la competenza, oggi? Che rapporto esiste tra conoscenza e obiettivi formativi? Capacità e abilità sono concetti diversi? Nonostante lo sviluppo di skill costituisca l’obiettivo dichiarato da qualsiasi tipo di intervento formativo, il concetto stesso di ‘competenza’ risulta ancora una definizione ambigua secondo Pier Giovanni Bresciani, psicologo, Fondatore di Studio Méta e associati e Professore a contratto all’Università di Urbino. Il suo libro La competenza. Appunti di viaggio, oltre l’orizzonte (Franco Angeli, 2022) raccoglie infatti i contributi elaborati dall’autore su questi temi.

La ricostruzione del dibattito sul costrutto di competenza e sulle sue molteplici accezioni si accompagna alla riflessione sulle ragioni dell’affermarsi dei tanti ‘modelli’ che si sono succeduti nel tempo (competenze chiave, trasversali, emotive, strategiche, soft, essenziali, di successo, ecc.) nel contesto italiano ed europeo, e all’intento di verificarne la consistenza logica, l’utilità pratica, la sostenibilità organizzativa e la valenza istituzionale.

Come si può leggere nell’introduzione, per Bresciani costruire questo volume raccogliendo la sua esperienza pluriennale sul tema ha costituito il simbolo del viaggio per eccellenza, la sua ‘Itaca’ personale, a cui si rifà il titolo del libro. Il percorso di lettura si identifica infatti come un susseguirsi di tappe, a partire dallo studio delle mappe prima di affrontare il viaggio (ovvero la definizione di competenza), passando per scrutare l’orizzonte fino a navigare in mare aperto con un diario di bordo (dove il tema principale è accostato alla formazione).

Non standardizzare lo studio delle risorse umane

Le ultime sezioni trattano delle questioni aperte a livello internazionale (questa parte infatti si intitola “Nei mari d’Europa”), degli strumenti per valutare le competenze e delle famose ‘soft skill’, che l’autore definisce una vera e propria “mappa cognitiva” da decifrare.

Il messaggio dell’autore è che la competenza diventa facilmente osservabile solo se si considera che una prestazione definibile come efficace costituisce il risultato dell’attivazione di un mix di risorse di vario genere, diversamente composte a seconda dei soggetti e delle loro storie. Con questo presupposto, Bresciani esprime la sua distanza dalla mitologia dell’eccellenza, del successo e dal modo di trattare oggi la questione del talento, che giudica “culturalmente miope ed eticamente strumentale”.

Il suo consiglio è da un lato di valorizzare l’identità e le differenze di soggetti, dall’altro di non standardizzare le categorie con le quali non solo affrontiamo la selezione, la formazione, lo sviluppo e la valutazione delle risorse umane, ma prima ancora le stesse categorie con le quali pensiamo. “L’auspicio è che dagli appunti elaborati nel corso di questo lungo viaggio, il lettore possa trarre una mappa intellegibile, suggestiva, dotata di senso. E soprattutto la capacità di utilizzarla come risorsa, nel proprio percorso professionale e, più in generale, nella propria esperienza di vita”, è l’obiettivo di Bresciani.

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Elisa Marasca

Elisa Marasca

Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino. Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica. Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.

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