Didattica smart, il piano B che manca alla scuola italiana
Istituti non preparati e mancanza di tecnologie. Auguriamoci di non chiudere di nuovo: non saremmo preparati.
Entusiasmo, paure e polemiche hanno accompagnato la tanto attesa riapertura della scuola in Italia. All’inizio dell’emergenza sanitaria di Covid-19 gli istituti hanno dovuto passare velocemente alla didattica online, ma non sempre tutto ha funzionato alla perfezione. Ora che sono trascorsi diversi mesi dal lockdown e che le scuole hanno fatto esperienza di insegnamento a distanza, sarebbe un peccato se – in caso di una seconda ondata della pandemia – il mondo dell’istruzione si scoprisse ancora inadeguato dal punto di vista della digitalizzazione.
I dati recenti, però, non lasciano ben sperare su questo fronte. Solo il 13% delle scuole in Italia è riuscito infatti a effettuare il passaggio senza alcun intoppo, secondo quanto affermano 500 genitori intervistati per una survey commissionata da Citrix all’istituto di ricerche OnePoll.
Il 47% dei genitori intervistati dice che la scuola non era assolutamente preparata e che, durante la crisi, la didattica a distanza è stata implementata solo come misura provvisoria. Il 39% afferma invece che la scuola dei loro figli era abbastanza preparata e aveva già fatto uso di tool e sistemi di didattica online. Per altri aspetti, tuttavia, anche queste scuole hanno dovuto improvvisare. Oggi la maggioranza dei genitori intervistati (47%) ritiene che comunque ci siano le condizioni per tornare a scuola e vorrebbe il rientro in aula dei propri figli. Solo il 18% preferirebbe continuare con le lezioni online, mentre il 23% opterebbe per un rientro tra tre mesi.
Un inizio all’insegna dell’emergenza
In molti casi, dover agire in situazione di emergenza ha creato difficoltà. Il 16% dei genitori intervistati afferma che i figli hanno riscontrato costantemente problemi tecnici nel corso delle lezioni online. Quasi la metà dei genitori intervistati (48%) ha affermato invece che accedere agli strumenti di e-learning è stato difficile all’inizio, ma è diventata un’operazione di routine dopo un po’ di tempo. Inoltre, il 15% dei genitori ha dovuto acquistare un dispositivo in più appositamente per la didattica online, per evitare che l’unico Pc di casa fosse monopolizzato dalle lezioni.
“Una cosa è evidente: questa crisi ha purtroppo obbligato il sistema educativo a sottoporsi a uno stress test non volontario. È motivo di preoccupazione che in un Paese industrializzato come l’Italia solo il 13% delle scuole siano state in grado di offrire il servizio di didattica online senza riscontrare problemi, per la mancanza di attrezzature tecniche e di know how. Visto l’accrescere del rischio di una seconda ondata, e avendo ben presente l’importanza di aumentare la competitività del nostro sistema educativo, non possiamo e non dobbiamo permettere che ciò accada ancora”, commenta Fabio Luinetti, Country Manager di Citrix Italia.
I genitori considerano la tecnologia come un fattore chiave per la buona riuscita delle lezioni online e l’82% degli intervistati pensa che sia fondamentale per un corretto processo di apprendimento. Il 37% è fermamente convinto che la didattica a distanza possa avere successo solo con gli strumenti giusti e le corrette indicazioni. La costante interazione con la tecnologia in classe ha conseguenze tangibili: il 70% dei genitori intervistati afferma infatti che le capacità informatiche dei loro figli sono migliorate proprio grazie alle lezioni online.
Oltre agli aspetti tecnologici, l’improvviso passaggio alla didattica a distanza ha naturalmente gettato luce su altre aree di miglioramento. Tra le più desiderate dai genitori intervistati (48%) il miglioramento delle capacità degli insegnanti di lavorare da remoto, una migliore organizzazione dell’insegnamento online (44%), e un’interazione più diretta con gli insegnanti via video (43%). Nonostante tutte le difficoltà, ci sono comunque anche aspetti positivi da sottolineare: solo il 18% dei genitori pensa che le lezioni online siano generalmente negative.
A questo punto sembra necessaria una chiara strategia olistica per quanto riguarda l’apprendimento a distanza, che coinvolga tutti gli istituti educativi: “La didattica online continuerà a essere complementare all’insegnamento in classe almeno ancora per un po’ di tempo”, afferma Luinetti. “Per superare questa crisi ed essere meglio preparati in futuro, dobbiamo creare ambienti online unificati per il settore educativo che possano essere attivati on demand e in breve tempo, essendo al tempo stesso facili da usare e sicuri per insegnanti, studenti e genitori”.