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Distratti dai social network

Per la Generazione Z i dispositivi digitali sono quasi un’estensione del proprio corpo. Secondo una ricerca condotta nel maggio 2021 da Bazzoole, piattaforma di influencer marketing, le persone nate tra il 1997 e il 2010 trascorrono sui social network fino a quattro ore al giorno. L’intenso utilizzo di questa tipologia di piattaforme fa sì che, sempre più spesso, tanto chi è alla ricerca di lavoro quanto chi invece di un lavoratore, faccia ricorso ai social nel tentativo di trovare l’azienda o il candidato giusto.

Secondo uno studio citato dalla testata statunitense Quartz, sette persone su 10 in cerca di lavoro, appartenenti alla Generazione Z, hanno spiegato di non aver bisogno di incontri di persona per poter creare relazioni professionali significative. Dunque, tutto ciò che permette di sfruttare la virtualità per impostare connessioni assume una nuova luce, social inclusi. Dalle piattaforme più distanti dal mondo del lavoro a quelle più vicine – un esempio su tutti, LinkedIn – i social possono essere un trampolino di lancio per la propria carriera, ma anche, in alcuni casi, un intralcio. A tal proposito, di recente Benefit news ha raccolto le testimonianze di alcuni giovani della Generazione Z, cercando di capire come utilizzano la Rete, e i social in particolare, per rapportarsi con il mondo del lavoro, interagire con colleghi e clienti e immaginarsi il proprio futuro.

A caccia di informazioni e spunti creativi tra i social network

Ariel Bianca Baise, Copywriter Social Junior dell’agenzia di pubbliche relazioni Golin, per esempio, grazie alla sua conoscenza dei social media, al fatto di avere un blog e di essere al passo con le ultime tendenze del settore, ha trovato il suo primo lavoro attraverso LinkedIn, proprio come copywriter sui social media. “I social media sono in continua evoluzione e di solito siamo noi, Generazione Z, i primi a conoscere la direzione che stanno prendendo o addirittura darne l’avvio”, ha raccontato.

Per Andreyana Kulina, Specialista di Marketing della App di messaggistica Brosix, invece, i social media sono uno spazio dove trovare informazioni, spunti creativi e, infine, lavoro. “Sono diventati una parte importante della nostra vita quotidiana, ma sta a noi decidere se dare loro il potere di essere utili o di essere un ostacolo”, ha commentato, spiegando come, quando pensa a un progetto da realizzare, cerchi sempre di migliorare la sua idea con ricerche, sondaggi o suggerimenti: “I social media sono il mio miglior assistente”.

Anche Kosta Tiodorovic, specialista dei contenuti di Tenscope, azienda di graphic design, vive il mondo dei social network come una fonte d’ispirazione costante. Per presentare il suo progetto grafico ha fatto ampio ricorso ai social per sviluppare lo stile più adatto, studiandosi con attenzione i post dell’azienda per la quale si candidava.

Attenzione alle distrazioni

Al contrario, c’è anche chi nei social non solo non ha intravisto la possibilità di crescere professionalmente, ma ne ha sperimentato gli aspetti meno piacevoli. “Sono costantemente distratto dalle App mentre cerco di fare il mio lavoro. Il fatto che siano sempre a portata di mano mi rende più difficile concentrarmi, specie nei giorni in cui ho meno voglia di lavorare”, ha raccontato Shawn Laib, Copywriter per Clearsurance.com, piattaforma specializzata nel mondo delle assicurazioni.

Annie Earnshaw, stagista di content marketing presso Clean Origin, società attiva nel mercato dei diamanti e dei gioielli, vive un’esperienza simile. Svolgendo gran parte del suo lavoro, che ruota attorno ai social media, come freelance, Earnshaw accusa una sostanziale difficoltà nel concentrarsi solo sugli account dei clienti quando lavora. “Instagram e TikTok sono piuttosto intelligenti nell’agganciare i loro utenti; ho scoperto, però, che i social media interferiscono con la mia attenzione solo quando riesco a vedere il telefono. Se lo nascondo in un cassetto o dietro il computer, è meno probabile che ne sia tentata”, ha spiegato.

Dato per assodato che i nativi digitali, e la Generazione Z in particolare, hanno una maggiore familiarità con tutto ciò che ruota attorno al digitale e alla virtualità, non va dato invece per scontato che i più giovani apprezzino necessariamente tali strumenti in tutte le loro sfaccettature, anche per quanto riguarda le interazioni con la loro vita professionale.

Fonte: Benefit news

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Erica Manniello

Laureata in Filosofia, Erica Manniello è giornalista professionista dal 2016, dopo aver svolto il praticantato giornalistico presso la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli. Ha lavorato come Responsabile Comunicazione e come giornalista freelance collaborando con testate come Internazionale, Redattore Sociale, Rockol, Grazia e Rolling Stone Italia, alternando l’interesse per la musica a quello per il sociale. Le fanno battere il cuore i lunghi viaggi in macchina, i concerti sotto palco, i quartieri dimenticati e la pizza con il gorgonzola.

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