Donne e tecnologia, la sfida di fare carriera

Le professioniste dell’ambito tecnologico si distinguono per la loro dedizione al lavoro e la loro preparazione, anche in termini di orari. Eppure, per molte di loro ricevere un riconoscimento adeguato in termini di salario e avanzamento di carriera è una sfida. Questo il quadro delineato dallo studio Donne e tecnologia: un’indagine quali-quantitativa, condotto in collaborazione tra l’Università degli Studi di Milano Bicocca e Women&tech Ets – associazione Donne e tecnologie. Secondo l’indagine, oltre il 71% delle intervistate ha segnalato di aver subito disparità salariali rispetto ai colleghi maschi, mentre l’11,4% ha preferito non rispondere.

I risultati della ricerca sono stati presentati durante l’evento Donne e Ste(a)m. Tra passato e futuro, al quale hanno partecipato Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano, Maria Grazia Riva, Prorettrice all’Orientamento, alle Politiche di Genere e Pari Opportunità, Patrizia Steca, Presidente del Comitato unico di garanzia di Milano Bicocca, e Silvia Penati, Professoressa di Fisica e membro del Comitato Pari Opportunità. Tra gli ospiti dell’evento Amalia Ercoli Finzi, Professoressa Emerita del Politecnico di Milano, Elvina Finzi, Dirigente di Essilor Luxottica, e Gianna Martinengo, Presidente dell’associazione Women&tech.

L’Università di Milano-Bicocca ha da sempre mostrato un grande interesse al tema delle carriere femminili, sia nell’ambito accademico che in quello professionale. L’Ateneo è impegnato in un monitoraggio costante delle scelte del percorso universitario. Queste mostrano ancor oggi un significativo sbilanciamento di genere: i ragazzi sono molto più presenti nei corsi di laurea a carattere scientifico e tecnologico, mentre le ragazze scelgono maggiormente percorsi umanistici ed educativi”, ha commentato Steca. “Una situazione simile è osservabile nella composizione dei nostri Dipartimenti. Nonostante siano ravvisabili dei miglioramenti, è evidente come sia importante lavorare ancora nel sostenere scelte che vadano oltre i tradizionali stereotipi di genere. La possibilità di collaborare con realtà esterne, come Women&tech, è un’occasione per conoscere maggiormente i contesti aziendali e le sfide che questi pongono soprattutto alle giovani donne. Questo ci consente di avere informazioni preziose anche al fine di migliorare i nostri percorsi di formazione, di orientamento e di job placement”.

Costrette a scegliere tra vita privata e professionale

L’indagine aveva l’obiettivo di raccogliere informazioni e dati sulle esperienze lavorative delle donne all’interno delle organizzazioni. La ricerca ha esaminato cinque principali dimensioni: genere e settore ICT, soddisfazione lavorativa, conciliazione tra lavoro e vita privata, percezione delle disparità di genere e possibili azioni correttive. Condotta tramite un questionario online nel periodo novembre-dicembre 2023, la ricerca ha coinvolto quasi 200 professioniste appartenenti alle aziende associate a Women&tech. Il campione di professioniste opera principalmente in settori ad alta intensità lavorativa, con una prevalenza (70%) nel settore Tech, Software e Internet. Le partecipanti hanno un’età compresa tra i 30 e i 45 anni (46,9% del campione) e la maggioranza (62%) possiede un titolo di laurea. In particolare, il 30% di loro ha una formazione nelle discipline Stem, mentre il 24,6% ha conseguito uno o più master. Riguardo all’impegno lavorativo giornaliero, il 39,7% delle partecipanti dichiara di lavorare in media 9 ore e 50 minuti al giorno, a cui si aggiungono straordinari e trasferte. Più della metà (53%) delle intervistate è madre, mentre il 20% è genitore single.

I risultati della ricerca, con un focus sulla dimensione di genere, evidenziano l’interrelazione tra dati occupazionali nazionali e la distribuzione dei carichi di lavoro, pagati e non. Questo approccio aiuta a delineare le sfaccettature delle esperienze delle donne nel mondo professionale. Dai dati emerge che le donne madri a tempo pieno e le madri single incontrano maggiori difficoltà nel bilanciare i vari aspetti della vita e lamentano una scarsa disponibilità di tempo libero. Inoltre, è rilevante notare che il 90,5% delle donne a orario ridotto nel campione sono madri, e che nessuna di loro occupa ruoli di leadership. In termini di soddisfazione lavorativa, una percentuale significativa delle donne nel campione esprime livelli variabili di soddisfazione. Il 41,8% si dichiara abbastanza soddisfatto, il 12% molto soddisfatto e il 28,9% soddisfatto.

Infine, oltre alle disparità salariali percepite, il 51,4% delle donne nel campione riporta difficoltà nel guadagnare credibilità e riconoscimento rispetto ai colleghi maschi. Anche se il 37% delle donne segnala una progressione di carriera negli ultimi cinque anni, il 19,5% attribuisce al genere un ruolo negativo nel suo sviluppo professionale. Per affrontare queste disparità, il 71,6% delle donne associate a Women&tech propone misure di conciliazione lavoro-famiglia, mentre il 40,2% suggerisce collaborazioni tra aziende e istituzioni educative.

“Le tecnologie sono di grande aiuto alle donne per poter conciliare famiglia e lavoro, ma le donne sono indispensabili nei processi di ideazione, progettazione e produzione delle tecnologie. Tuttavia, come ci mostrano i risultati di questa ricerca, siamo ancora lontani dalla parità: di opportunità, retribuzione e presenza stessa delle donne nelle professioni tecnologiche e scientifiche. Oggi più che mai, innanzi alla velocità con cui si sta evolvendo e affermando l’Intelligenza Artificiale generativa, siamo quindi chiamati a un intervento su più fronti e che ci riguarda tutti: mondo dell’istruzione, aziende, istituzioni e associazioni”, ha aggiunto Martinengo.

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Martina Midolo

Martina Midolo

Classe 1996, Martina Midolo è giornalista pubblicista e si occupa di social media. Scrive di cronaca locale e, con ESTE, ha potuto approfondire il mondo della cultura d’impresa: nel raccontare di business, welfare e tecnologie punta a far emergere l’aspetto umano e culturale del lavoro.

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