E se il futuro delle imprese fosse governare la fatica?

È recente la notizia delle dimissioni di Jacinda Ardern, la Premier neozelandese che di recente ha annunciato la decisione di lasciare l’incarico, dopo quasi sei anni (è stata rieletta nel 2020), perché rimasta “senza più benzina”. Il peso della responsabilità; i numerosi impegni familiari da gestire; o, forse, semplicemente la spossatezza che segue il superamento di una o più sfide importanti. Tante le ragioni che possono aver scaturito la scelta della Premier, ma una cosa è certa: l’episodio riporta l’attenzione su un tema che è stato al centro delle agende aziendali fino a pochi mesi fa: la fatica organizzativa.

L’abbiamo visto con le Grandi dimissioni, fenomeno per cui molte persone, nel periodo successivo alla pandemia, hanno lasciato il lavoro per poter meglio gestire altri aspetti della loro vita o, semplicemente, ridurre la pressione psicologica a cui erano soggetti.  La pandemia ha fatto emergere, infatti, difficoltà e necessità rimaste fino ad allora latenti. E i manager, in particolare, hanno hanno subìto una doppia tensione: la gestione delle fragilità proprie e delle persone dei loro team.

Ma se la fatica organizzativa non si è esaurita con il superamento del periodo pandemico e (anzi) sarà protagonista anche del prossimo futuro – come lascia presagire la notizia delle dimissioni di Ardern – le imprese che cosa stanno progettando per far fronte alle situazioni di difficoltà che coinvolgono i lavoratori e manager? Lo abbiamo chiesto, a margine de Il Convivio di Persone&Conoscenze (organizzato dalla casa editrice ESTE), a Maria Chiara Rizzi, HR Manager di Humanitas Mirasole e Silvia Rotondo, People Culture, Acquisition & Development Manager di Gruppo Pizzarotti.

welfare, benessere, dimissioni, faticaorganizzativa


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Francesca Albergo

Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione – percorso del teatro e dello spettacolo – Francesca Albergo ha successivamente conseguito un master in Professioni e Prodotti per l’Editoria. Dopo un’esperienza di cinque anni nelle Risorse Umane – durante i quali non ha mai abbandonato lettura e stesura di testi – la passione per le parole, la scrittura e (soprattutto) la grammatica l’ha portata a riprendere la sua strada, imparando a ‘vivere per lavorare’, come le consigliò un professore al liceo. Amante della carta e del ‘profumo dei libri’ si è adattata alla frontiera digital dell’Editoria, sviluppando anche competenze nella gestione di CMS. Attualmente collabora in qualità di editor e redattrice con case editrici e portali web. Nella sua borsa non mancano mai un buon libro, una penna (rigorosamente rossa) e un blocco per gli appunti, perché quando un’idea arriva bisogna esser pronti ad accoglierla.

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