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È l’Europa la nuova meta per i lavoratori

Negli ultimi anni, l’interesse per le opportunità lavorative all’estero è in netta crescita, con un’attenzione particolare verso le nazioni europee. Paesi come Lussemburgo e Svizzera, in particolare, si distinguono per la loro capacità di attrarre lavoratori da tutto il mondo, i cosiddetti expat. Secondo un recente studio condotto da Indeed, una delle principali piattaforme di Job posting online, la capacità di attrarre talenti e competenze dall’estero sta diventando una leva strategica sempre più importante per sostenere la crescita economica e promuovere l’innovazione.

In particolare, il Lussemburgo emerge come una delle mete più ambite, con il 77% delle ricerche di lavoro provenienti dall’estero. Questo dato riflette il fascino di un Paese che, nonostante le sue dimensioni ridotte, offre un ambiente multilingue e un mercato del lavoro dinamico, soprattutto nel settore finanziario. Anche la Svizzera, grazie alla sua stabilità economica e agli alti salari, continua ad essere un polo attrattivo per i lavoratori stranieri, con il 44% delle ricerche provenienti da oltre confine.

Anche l’Italia sta vedendo una ripresa dell’interesse da parte di candidati esteri, seppur non ancora ai livelli pre-pandemia. Le ricerche di lavoro provenienti dall’estero sono passate dall’1,4% di novembre 2022 al 2,1% di luglio 2024. Tuttavia, il dato rimane inferiore al picco del 2,5% registrato tra il 2017 e il 2019. Questo dimostra come, nonostante le difficoltà degli ultimi anni, il mercato del lavoro italiano stia gradualmente riconquistando terreno, anche se con un ritmo più lento rispetto ad altre nazioni europee.

La relatività dei salari

L’analisi dei settori più richiesti evidenzia come l’Italia stia diventando sempre più interessante per i lavoratori esteri in settori specifici, tra cui la Ristorazione, che ha attirato oltre il 14% dei click provenienti dall’estero nel primo semestre del 2024. Questo dato segna un incremento significativo rispetto al periodo pre-pandemico, testimoniando un interesse crescente verso il settore, anche se spesso legato a salari medi o bassi. Il 17% di queste ricerche proviene dal Regno Unito, confermando l’importanza di questa nazione come serbatoio di talenti per il mercato italiano.

Se si analizzano i salari, emerge una situazione interessante. In Italia, il 39% delle ricerche estere si concentra su posizioni con salari medio-bassi, mentre solo il 23% si indirizza verso lavori con retribuzioni elevate. Questo posiziona l’Italia a metà strada rispetto ad altre nazioni europee, come la Francia e i Paesi Bassi, dove oltre il 35% delle ricerche dall’estero riguarda posizioni altamente retribuite. In Spagna, invece, più della metà delle ricerche riguarda lavori con retribuzioni più basse, segno che il mercato del lavoro è fortemente polarizzato.

Le dinamiche legate alla mobilità lavorativa internazionale stanno cambiando rapidamente, influenzate da una serie di fattori, tra cui la digitalizzazione del lavoro, la ricerca di migliori condizioni di vita e la stabilità economica e politica dei Paesi di destinazione. Mentre l’Europa rimane una meta attrattiva, soprattutto per i Paesi che offrono un mix di qualità della vita, salari competitivi e sicurezza, è evidente che le politiche sull’immigrazione e il mercato del lavoro avranno un impatto determinante sulla capacità di trattenere talenti.

Per restare competitive, le nazioni devono andare oltre la semplice offerta di stipendi elevati. Come sottolinea Alexandre Judes, Economic Research Emea di Indeed, “le aziende e gli Stati devono offrire non solo stipendi competitivi, ma anche condizioni di vita attrattive, sistemi educativi e sanitari efficienti e stabilità politica ed economica”. Investire in infrastrutture moderne e creare un quadro legislativo favorevole all’immigrazione di lavoratori qualificati sarà essenziale per garantire che i Paesi europei continuino a essere mete ambite per chi cerca nuove opportunità all’estero.

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