Far emergere il potenziale delle persone con il coaching
Investire nello sviluppo dei team e far affiorare le capacità dei collaboratori significa anche incrementare le performance, crescere economicamente a livello aziendale e consolidarsi nel mercato. In particolar modo in momenti di incertezza come quello che stiamo vivendo, le organizzazioni potrebbero avere bisogno di essere accompagnate e supportate durante i cambiamenti. Una possibile soluzione è il coaching, nell’ottica di trainare le persone nella loro crescita personale e verso il raggiungimento di obiettivi. In questo, dunque, la figura del coach e del professionista specializzato nella gestione e nello sviluppo del talento diventa indispensabile.
Secondo uno studio di Human Capital Institute, il 51% delle aziende con una solida coaching culture ha un reddito maggiore rispetto a quelle dello stesso settore che non hanno la stessa inclinazione sul tema; inoltre, da una ricerca dell’Institute of Coaching emerge che il 70% dei coach migliora le performance lavorative, le relazioni e la comunicazione. L’Icf Global coaching study, invece, mette in luce che chi fruisce del coaching migliora la qualità delle relazioni (73%), la comunicazione (72%), le competenze interpersonali (71%), il bilanciamento vita-lavoro (67%) e il benessere (63%).
Del resto, il lockdown vissuto con la pandemia e le trasformazioni in termini di modalità lavorative ha indotto i manager a fare riflessioni sulla gestione del personale: oggi si ritorna nei luoghi di socialità, si riprendono le relazioni bloccate qualche tempo fa, si ricomincia a percepire il mondo come lo abbiamo sempre vissuto, ma in un modo nuovo e diverso; così, il benessere sul posto di lavoro diviene il cardine per tornare a infondere fiducia nei lavoratori. Uno studio di Mayo Clinic, un’organizzazione no profit per la pratica e la ricerca medica, ha dimostrato che il coaching orientato al benessere migliora la qualità della vita, riduce i sintomi da depressione e i livelli percepiti di stress, oltre a contribuire anche al benessere fisico, sociale, emozionale e cognitivo.
Il ritorno dell’investimento del coaching
A livello aziendale, il coaching agisce in modo positivo sul Return on investment (ROI). Infatti, porre attenzione nelle persone significa anche investire nelle performance e nel business. Lo ha affermato Gaetano Falcone, Enterprise Transformation Consultant di CoachHub, la soluzione di coaching digitale olistico per fornire supporto personalizzato ai dipendenti nello sviluppo del loro potenziale, durante l’evento dal titolo CoachHub Executive Circle: Il leader come coach. Affrontare le sfide del presente con gli strumenti del coaching: “Il coaching è un investimento su vari fronti: finanziario, di tempo per le Risorse Umane e i coach e per l’ambiente aziendale”. Dunque, porta benefici su tre livelli: individuali, per il team e per l’organizzazione. “Tra quelli individuali si riscontrano un superamento di comportamenti di tipo involutivo, migliori capacità di leadership e di gestione, miglioramento delle abilità personali, migliore autocontrollo, maggiore soddisfazione”, ha continuato Falcone.
A livello di team, invece, migliora la qualità delle interazioni e delle relazioni e il senso di appartenenza. Ma non solo, dice il manager: “Si incrementano le capacità di team building, le prestazioni lavorative, la produttività e la pianificazione e ha un impatto positivo sulle variabili psicologiche che influenzano le prestazioni lavorative, come la consapevolezza di sé e lo sviluppo di autentiche qualità di leadership”. In questo modo, l’ambiente di lavoro risulta più stimolante, ci si sente più apprezzati e migliora il benessere diffuso.
In modo indiretto, gli effetti positivi si riscontrano anche sull’intera organizzazione: “Questi derivano dalla soddisfazione dei collaboratori, una maggiore produttività, una migliore efficacia della leadership, un incremento della retention, lo sviluppo di una cultura basata sulle tecniche del coaching”.
Il ruolo del manager nell’ingaggio delle persone
Le persone che ricevono un feedback quotidiano dal proprio manager hanno più probabilità di essere ingaggiati rispetto a quelli che ricevono un feedback una volta all’anno. Secondo alcune indagini di CoachHub, solo il 15% dei collaboratori coinvolti si sente ingaggiato, nonostante gli sforzi delle aziende. Inoltre, il manager o il team leader da solo è responsabile del 70% della variazione dell’engagement del team. Emerge inoltre che il turnover è più basso quando le aziende investono sullo sviluppo delle loro persone.
“Il leader non deve per forza essere coach, ma il coaching serve per dargli gli strumenti in primis per far crescere un talento e poi per farlo fiorire”, è la tesi di Falcone. Questo si traduce anche nel capire quali mansioni affidare a una persona e qual è la posizione che più si addice a ciascun lavoratore. “I grandi manager hanno questa capacità: mettere le persone al posto giusto e far emergere i loro lati migliori”, ha chiarito. Fioritura e realizzazione personale sono le chiavi per favorire il benessere e la soddisfazione sul posto di lavoro.
Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. È appassionata di cinema e si interessa a tematiche riguardanti la sostenibilità, l’uguaglianza, l’inclusion e la diversity, anche in ambito digital e social, contribuendo a contenuti in siti web.
Ha lavorato nell’ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE come editor e redattrice.
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