Futuro ibrido, gestire il lavoro agile per costruire le nuove organizzazioni

Si sta affermando una definizione delle nuove modalità di lavoro che prende il posto delle espressioni “Smart working” e “lavoro agile”: è l’aggettivo “ibrido”, che significa coesistenza o mescolanza di elementi diversi, i quali, in questo caso, sono la presenza in ufficio e il lavoro da remoto. Ma non è sufficiente annunciare la realizzazione di politiche in tal senso. Le imprese devono anche tenere conto delle aspettative delle persone su moltissimi aspetti pratici, per esempio le riunioni, ma anche dei ruoli e delle opportunità di promozione, slegandoli dalla esclusiva operatività negli ambienti lavorativi. La presenza in sede, allo stesso tempo, è diventata fondamentale per alcuni aspetti relazionali e organizzativi.

Lo hanno raccontato a Persone&Conoscenze gli esperti coinvolti in questa inchiesta, partendo dal presupposto che spesso lavorare a distanza significa essere lontani dai luoghi del potere, dove si prendono decisioni importanti (più della metà delle risposte del nostro questionario va in questa direzione). Secondo il colosso delle ricerche di mercato Forrester, il 60% delle imprese nel mondo è destinato a implementare un modello ibrido nel 2022. E il 30% delle aziende che vorrebbe imporre il ritorno al lavoro completamente in ufficio rischia tassi mensili di dimissioni dei dipendenti fino al 2,5%, almeno fino a quando i manager non avvertiranno questo problema e, alla fine, si impegneranno a adottare l’Hybrid working.

A proposito di manager, la società di ricerca Gartner ha previsto che entro il 2024 il 30% dei team aziendali negli Stati Uniti sarà senza un capo, grazie alla natura agile del lavoro stesso. E solo il 47% dei dipendenti interpellati crede che il proprio manager sia in grado di guidare un gruppo ibrido con successo.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Marzo 2022 di Persone&Conoscenze.
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Smart working, Persone&Conoscenze, lavoro agile, lavoro ibrido


Elisa Marasca

Elisa Marasca

Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino. Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica. Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.

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