Gestire la crisi con metodo, apprendere dall’era delle incertezze
Un evento imprevedibile, per modalità e tempistica, che non rientra nel campo delle normali aspettative. È quanto si è verificato a febbraio 2020, con l’avvento del nuovo Coronavirus. Le organizzazioni di tutto il mondo si sono trovare a dover fronteggiare una situazione inedita e hanno imparato, in corso d’opera, a gestire l’emergenza.
Non è detto, però, che imprevedibilità equivalga a impreparazione. Nell’ultimo anno è cresciuta l’attenzione verso il Crisis & Emergency management: i dati svelano che un numero sempre crescente di aziende ha compreso l’importanza di definire una metodologia di azione anche di fronte all’emergenza.
Come si sono comportate le aziende italiane? E quali insegnamenti hanno appreso dall’esperienza Covid-19? La Scuola Internazionale Etica & Sicurezza, centro studi, ente di formazione e società di consulenza specializzata nel Risk & Crisis management, ha provato a tracciare i comportamenti delle imprese, per analizzare il loro approccio alla gestione dell’emergenza.
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Lo studio consente di mappare i sistemi di governo, organizzazione e gestione delle crisi messi in atto dalle maggiori aziende con sede in Italia, per individuare le ‘lezioni apprese’ per il futuro. La maggior parte delle organizzazioni intervistate poteva contare su un approccio metodologico ad hoc, avendo già definito una specifica tassonomia degli eventi critici (dall’incidente all’emergenza estesa). In cima alle priorità di intervento, le aziende hanno considerato la necessità di ‘prendersi cura’ delle persone, di garantire la continuità operativa e di tenere alto il valore reputazionale.
La notizia del rilevamento del paziente 1 in Italia, a febbraio 2020, ha coinciso con l’attivarsi dei piani di emergenza per oltre la metà delle aziende. I modelli organizzativi sono così cambiati, proprio in seguito all’emergenza Covid-19. E le aziende che hanno registrato i maggiori cambiamenti sono state quelle che avevano già un approccio strutturato alla gestione della crisi.
Ma come si è adattato il modello? E quali procedure sono state attivate o riviste? A questi e ad altri quesiti risponde lo studio proposto, da cui emergono indicazioni precise circa la diversa capacità di reagire alla crisi in assenza di un team e di un piano di azione dedicato e in considerazione della ricorrenza più o meno frequente di simulazioni dell’emergenza.
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