emotional agility

Gestire le emozioni per essere più efficienti sul lavoro

Gestire le emozioni in maniera consapevole è fondamentale non solo per favorire un migliore benessere, ma anche per prendere decisioni efficaci e ottenere migliori risultati in ambito lavorativo. Le nostre azioni, infatti, sono influenzate in modo rilevante dal nostro modo di pensare e come, a loro volta, i pensieri siano alimentati dalle emozioni, che poi si consolidano con il tempo in sentimenti. In questo contesto la sfida è riuscire a essere sempre più consapevoli dell’impatto che questi meccanismi hanno sulle nostre scelte, cercando così di integrare al meglio l’aspetto cognitivo con quello emotivo. Il tutto con l’obiettivo di raggiungere in modo più efficace i risultati che ci prefiggiamo sul lavoro.

“Se siamo consapevoli di ciò che proviamo, e soprattutto del modo in cui ciò che proviamo influenza i nostri comportamenti, possiamo non solo rinforzare ciò che funziona bene, ma anche modificare ciò che invece non ci permette di raggiungere i risultati desiderati”, ha spiegato Raffaella Nicolosi, esperta di Scienza della Felicità e Organizzazioni positive, intervenuta come relatrice nel corso del webinar dal titolo Emotional agility per sviluppare competenze e raggiungere gli obiettivi, organizzato da IdeaManagement Human Capital a settembre 2022.

Nello specifico, secondo Nicolosi, è fondamentale comprendere che le competenze – driver fondamentale per raggiungere con successo i risultati prefissati – sono basate su risposte emotive apprese nel nostro passato, di cui spesso non siamo consapevoli. “Per questo, per compiere scelte efficaci in ambito lavorativo, non dobbiamo focalizzarci solo sulle nostre skill, ma dobbiamo agire alla base e gestire in modo adeguato anche gli elementi su cui le nostre abilità si fondano, ovvero le nostre emozioni e i nostri sentimenti, altrimenti prenderemmo in considerazione solo la metà degli elementi in gioco”.

I sentimenti produttivi fanno stare bene le persone

In altre parole, la sfida è quella di comprendere che, in ambito lavorativo, la parte emozionale non è un elemento accessorio svincolato dalle nostre competenze, ma anzi è un elemento centrale da governare al meglio per essere più performanti. In questo senso, ha sottolineato Nicolosi, scoprire tutti i risvolti legati all’emotional agility, ovvero quella consapevolezza nella gestione delle risorse emotive finalizzata alla promozione del  benessere delle persone e a quello dell’organizzazione nella quale operano, è fondamentale.

Secondo l’esperta, capire che le nostre competenze sono influenzate da sentimenti produttivi o positivi (capaci cioè di sviluppare le nostre capacità) o da quelli negativi o distruttivi (in grado invece di bloccare qualsiasi processo evolutivo) è un passo importante per gestire questo ambito in maniera efficace, mettendolo a servizio degli obiettivi che vogliamo raggiungere. “I sentimenti produttivi come gioia e ottimismo ci portano valore, ci fanno stare bene e sono anche alimentati dall’apprendimento; i sentimenti negativi, come la paura, invece, distruggono energie, distruggono intelligenze e possono arrivare a distruggere anche ricchezza”, è stata la tesi dell’esperta.

Questa dicotomia tra sentimenti positivi e produttivi e distruttivi e negativi, ha sottolineato l’esperta in Scienza della Felicità e Organizzazioni Positive, si traduce anche sul piano fisico nella produzione di diversi ormoni: “Solo per fare un esempio, le aree del cervello che sono deputate al problem solving si spengono quando produciamo chimica negativa, ovvero quando produciamo ormoni specifici legati a sentimenti negativi come rabbia o paura. Per questo avere una minima conoscenza della nostra neurofisiologia e della nostra biologia ci aiuta a comprendere i motivi alla base di alcuni dei comportamenti che adottiamo. Il tutto con l’obiettivo di aumentare la produzione di chimica positiva e diminuire quella di chimica negativa”.

Per essere performanti sul lavoro, dunque, non bisogna focalizzarsi esclusivamente sulle nostre competenze tecniche, ma anche sulla nostra sfera emozionale che, se indirizzata nel mondo più opportuno, può diventare il catalizzatore per favorire efficienza e produttività. In questo senso dunque il primo passo è proprio quello di maturare una consapevolezza dell’impatto che i sentimenti hanno sul nostro agire, per poi arrivare a governarli al meglio, mettendoli a servizio degli obiettivi che si vogliono raggiungere.

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