Gestire le transizioni manageriali con il coaching
In un panorama aziendale sempre più complesso, il coaching emerge come un alleato fondamentale per lo sviluppo della leadership e la gestione delle transizioni di carriera. Awair, società di consulenza specializzata in Talent management e Sviluppo della leadership, evidenzia come la capacità di attivare una trasformazione dell’individuo si rifletta positivamente sull’organizzazione. Il punto di vista di Awair è che le competenze e i talenti non sono innati, ma frutto di un allenamento costante.
“Le due principali transizioni di carriera, dal gestire se stessi al gestire gli altri, e il passaggio a ruoli di general manager, sono sfide in cui molti vacillano. Questi due momenti sono critici nella carriera manageriale, e sono quelli che hanno più bisogno di essere accompagnati da una guida esperta”, commenta Francesca Antonini, Partner di Awair. Una competenza cruciale oggi è la “political savvy”, l’abilità di influenzare senza autorità, indispensabile in considerazione di un contesto aziendale complesso in cui le aziende operano su matrici, funzioni e geografie diverse. “I manager hanno difficoltà ad affrontare la complessità organizzativa e non hanno certezze da offrire ai collaboratori. Questo complica il loro lavoro, quindi cerchiamo di dotarli degli strumenti adatti”, riflette Antonini.
Il modello di competenze di Awair, che spazia dalla leadership di pensiero alla leadership di risultato e alla people leadership, si propone di fornire ai manager gli strumenti necessari per affrontare questa complessità e gestire relazioni sfidanti. “Attraverso il coaching la persona può ragionare su se stessa, sulle proprie capacità e sui limiti. Il coach crea uno spazio costruttivo e sicuro dove il cochee riesce a mostrarsi vulnerabile, così da riuscire a lavorare sulle proprie aree di miglioramento”, continua Antonini. Negli ultimi anni, infatti, è aumentata la richiesta di percorsi di self leadership per la gestione delle emozioni, della resilienza e del coraggio di esporsi nelle diverse situazioni. “Rispetto agli anni passati, proprio per la crescente complessità organizzativa, la flessibilità, la resilienza e lo sviluppo sono ora considerati competenze soglia, cioè capacità essenziali”, commenta la manager.
La consapevolezza strategica come chiave per lo sviluppo
L’approccio eclettico di Awair, focalizzato sulla consapevolezza di sé attraverso strumenti come gli Hogan Assessments, offre un solido fondamento per esplorare come gli individui si presentano agli altri, specialmente sotto stress, quando le maschere cadono ed emergono comportamenti difensivi. “Offriamo uno strumento solido che fornisce informazioni utili per maturare la consapevolezza di come ciascuno di noi affronta le diverse situazioni. La persona può così imparare a gestire i momenti di stress e di difficoltà”, spiega Antonini.
Il coaching diventa quindi un’indagine approfondita sull’allineamento tra i valori personali e quelli organizzativi. Antonini sottolinea che la voglia di “fare carriera” non può essere l’unico motore per la crescita manageriale; è cruciale comprendere il valore che ogni individuo porta all’impresa e come questo si integra con i valori fondamentali dell’organizzazione.
In definitiva, il coaching si presenta come un catalizzatore per la trasformazione individuale, con riflessi positivi sull’intera organizzazione. Affrontare la complessità richiede una consapevolezza strategica, e il coaching si rivela un alleato affidabile in questo percorso di crescita e adattamento continuo.
Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.
coaching, Awair, Francesca Antonini, political savvy