Ghosn, un manager travolto da troppi interessi (anche suoi)
Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, l’attenzione dei media internazionali è stata catturata dalla vicenda di Carlos Ghosn, ex Amministratore Delegato dei gruppi automobilistici Renault e Nissan. Il manager, che si trovava in libertà vigilata a Tokyo dopo essere stato arrestato per illeciti finanziari, si è reso protagonista di una fuga degna di un film dal Giappone al Libano.
Ghosn era accusato di aver deliberatamente sottostimato i propri compensi nei report alle autorità di Borsa e di aver utilizzato beni aziendali a fini personali quando era ai vertici di Nissan. In altre parole, avrebbe deciso da solo come e quanto essere pagato. Sia nel caso di Renault (che è in parte dello Stato francese) sia in quello di Nissan, ci sarebbe stato inoltre un conflitto tra i suoi interessi e quelli pubblici. Ghosn però sostiene di essere vittima di un complotto.
In attesa di sapere come andrà a finire, la vicenda suscita alcune domande se si allarga lo sguardo al mondo aziendale: quanto è giusto che sia pagato un manager? E a chi risponde? Solo agli azionisti e al mercato finanziario? O anche ad altri portatori di interessi?
Certamente non è facile rispondere a queste domande. Ma si può cercare di riflettere sul ruolo dei manager nel contesto aziendale di oggi. Proponiamo quindi un ipotetico dialogo tra Francesco Varanini, Direttore di Persone&Conoscenze e un ipotetico formatore, consulente e studioso della materia, che hanno opinioni molto diverse sul tema.
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