Recuriting

Ghosting: se candidati e aziende spariscono dopo il colloquio

È una pratica comune nel processo di recruiting ignorare un candidato invece di una restituzione di quanto accaduto durante il processo di selezione con un rifiuto formale o una spiegazione. Uno studio recente proposto dalla Bbc e condotto su 1.500 lavoratori in tutto il mondo ha rilevato che il 75% delle persone che si sono candidate per una posizione e sono state sottoposte a colloquio non hanno ricevuto alcun tipo di risposta a seguito del confronto con l’azienda. La pratica trova conferma anche da parte dei datori di lavoro: secondo un altro recente sondaggio del sito di annunci di lavoro Indeed solo il 27% dei datori di lavoro statunitensi ha affermato di non aver mai ignorato completamente un candidato nell’ultimo anno.

Un comportamento simile, però, è riscontrabile anche per la controparte. Nello stesso sondaggio, infatti, il 28% dei lavoratori ha ammesso di essersi eclissato dopo essere stato contattato da un’azienda nel corso di un processo di selezione, una percentuale in crescita, dato che nel 2020 si attestava al 19%. Nell’indagine un quarto dei datori di lavoro ha affermato di aver avuto a che fare con nuovi assunti che non si sono proprio presentati il primo giorno di lavoro.

Pandemia e digitale rendono più semplice ignorarsi a vicenda

La pratica, defintina “ghosting”, anche se il termine arriva dal mondo degli appuntamenti sentimentali per indicare il comportamento di chi improvvisamente interrompe ogni comunicazione senza esplicitarne la ragione, è vista male tanto dalle aziende quanto dai lavoratori: a nessuno piace subirla. Ma questo fenomeno sociale, ha riferito la Bbc, è parte integrante del mondo del lavoro e viene messo in pratica da entrambi i lati del tavolo di trattativa. E se tradizionalmente è appannaggio dei datori di lavoro, controparte tendenzialmente favorita da una posizione dominante, negli ultimi anni e soprattutto a partire dalla pandemia, la tendenza è cresciuta anche tra i candidati, con la complicità del mercato del lavoro.

A tal proposito, dal punto di vista di Yuletta Pringle, Knowledge Advisor di Society for human resource management (Shrm), associazione statunitense che riunisce i professionisti delle Risorse Umane, la maggiore diffusione del ghosting ha a che fare con l’ormai noto fenomeno delle Grandi dimissioni. “La carenza di manodopera ha messo i datori di lavoro in difficoltà, alla disperata ricerca di assunzioni, il che significa dover cercare candidati attraverso talmente tanti canali che potrebbero non essere poi in grado di rispondere a tutti”, ha spiegato, evidenziando come, anche in questo caso, il comportamento coinvolga sia le organizzazioni sia i lavoratori. Questi ultimi hanno a disposizione così tante offerte che potrebbero mantenere il silenzio nei confronti delle aziende mentre si muovono alla ricerca del lavoro ideale. Ma anche la diffusione dei colloqui virtuali, secondo Pringle, ha incentivato il ghosting, rendendo meno forte il legame tra le parti, senza l’investimento emotivo di uno spostamento per incontrare qualcuno e senza le interazioni fisiche.

Combattere il fenomeno con la trasparenza e la serietà

Ma c’è di più, gli effetti negativi dei silenzi immotivati (per lo meno esplicitamente) non vanno sottovalutati: il ghosting lascia una cattiva impressione tanto ai candidati quanto ai datori di lavoro, probabilmente ponendo fine a una relazione professionale prima ancora che inizi. Per questo motivo, alcune aziende, ha riferito l’emittente britannica, rimangono fermamente contrarie a questo atteggiamento. “Nel nostro settore è molto importante costruire relazioni solide, quindi siamo sicuramente anti ghosting”, ha commentato Christoph Hardt, Cofondatore di Comatch, società di consulenza tedesca. Lo stesso manager si trova a dover fronteggiare numerose situazioni di questo genere tra le aziende che segue, che spesso finiscono per non ricevere alcuna risposta dai candidati.

Per alcuni l’ascesa del ghosting è causata da una diffusa mancanza di impegno delle parti, che evidentemente non si sentono abbastanza coinvolte nel processo. “È fondamentale enfatizzare maggiormente il valore delle persone che un’azienda ritiene adatte per un lavoro. E bisognerebbe ricordarsi che ogni volta che qualcuno dedica del tempo a un colloquio, virtualmente o di persona, meriterebbe un feedback”, ha commentato Craig Freedberg, Direttore Regionale di Robert Half, azienda britannica di recruitment. In generale, dal suo punto di vista, per il datore di lavoro impostare il giusto tipo di comunicazione ed essere chiari sin dall’inizio, può arginare in parte la possibilità che i candidati si volatilizzino.

Come intuibile, maggiore è lo sforzo che un candidato o un’azienda hanno investito nel processo di selezione per una eventuale assunzione e maggiore sarà la frustrazione se dall’altra parte i contatti dovessero essere bruscamente troncati. La ‘regola’ sembra essere che più si va avanti nel processo meno accettabile è la sparizione. Su questo, entrambe le parti sono d’accordo, così come lo sono su quanto sia psicologicamente difficile gestire il ghosting. Che però continua, da un lato e dall’altro, a prosperare.

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Erica Manniello

Laureata in Filosofia, Erica Manniello è giornalista professionista dal 2016, dopo aver svolto il praticantato giornalistico presso la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli. Ha lavorato come Responsabile Comunicazione e come giornalista freelance collaborando con testate come Internazionale, Redattore Sociale, Rockol, Grazia e Rolling Stone Italia, alternando l’interesse per la musica a quello per il sociale. Le fanno battere il cuore i lunghi viaggi in macchina, i concerti sotto palco, i quartieri dimenticati e la pizza con il gorgonzola.

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