Giappone, stop alle donne che servono il tè alla fine dei meeting
Le chiamano ochakumi, letteralmente “la squadra del tè”. Pochi incontri ufficiali in Giappone hanno inizio senza che prima un gruppo di dipendenti donne abbia posto davanti ai partecipanti al meeting una tazza di tè fumante, talvolta accompagnata da qualcosa di dolce.
Ora i 93 membri dell’assemblea locale nella prefettura di Saitama, vicino a Tokyo, hanno deciso che non impiegheranno più uno staff di sette donne con il compito di servire il tè alle riunioni dell’assemblea – in cui siedono appena 14 donne – e agli altri incontri ufficiali. Una decisione non del tutto motivata dal desiderio di cambiare la tradizione che vede la donna confinata in quel ruolo. Secondo il quotidiano locale Asahi Shimbun, la misura è stata infatti adottata nel corso di una riunione convocata per discutere tagli al budget.
Tuttavia, il leader del gruppo conservatore in assemblea, Nobuaki Kojima, ritiene che la novità possa rappresentare anche il riconoscimento di una diversa attitudine nei confronti delle donne sul posto di lavoro. “In linea con i tempi, abbiamo discusso se fosse appropriato impiegare delle donne che si limitano ad aspettare di servire il tè”, ha dichiarato ad Asahi Shimbun, aggiungendo che d’ora in poi i partecipanti al meeting dovranno pensare da soli a dissetarsi.
L’esempio dell’assemblea di Saitama potrebbe segnare l’inizio del declino delle ochakumi, molte delle quali sono regolarmente assunte come “office ladies” con compiti ulteriori rispetto al servire tazze di tè ai loro colleghi. L’idea che le donne debbano operare in silenzio sullo sfondo, mentre gli uomini dominano la sala riunioni – o le camere legislative – è molto radicata nella società giapponese. Il Paese è al 121esimo posto, su 153 nazioni, nel Global Gender Equality Ranking stilato dal World Economic Forum. Solo il 10% dei 465 seggi della camera bassa in Giappone è ricoperto da una donna.
Fonte: The Guardian
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
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