Giovani e fabbrica: un binomio possibile
La distanza tra le nuove generazioni e il lavoro in fabbrica è sempre più evidente. Quello che ha origine come un tema culturale, ora manifesta importanti impatti sulle imprese, che non trovano nuove risorse da inserire e formare. Negli anni, le istituzioni, la scuola, le famiglie e le aziende stesse non hanno saputo prevedere l’insorgere di questo problema, contribuendo a consolidare un modello culturale che vede l’istruzione tecnica e il lavoro manuale su un gradino più basso della gerarchia sociale.
Se, da un lato, le multinazionali possono contare su un fascino e un’attrattività maggiore, dall’altro, sono le Piccole e medie imprese a soffrire maggiormente questa situazione. Anche i nomi più blasonati, che una volta potevano contare sulla nomea di eccellenza manifatturiera, oggi si scontrano con questo ostacolo. Sarà necessario ricreare un ambiente favorevole al ritorno delle nuove generazioni in fabbrica, attraverso un lavoro corale tra istituzioni, imprese e sistema scolastico. Ne abbiamo parlato con Stefano D’Agostin, Direttore Risorse Umane di Vitale Barberis Canonico, una delle aziende simbolo del polo tessile di Biella.
Laureato in Comunicazione e Società presso l’Università degli Studi di Milano, Alessandro Gastaldi ha iniziato il suo percorso all’interno della stampa quasi per caso, già durante gli anni in facoltà. Dopo una prima esperienza nel mondo della cronaca locale, è entrato in ESTE dove si occupa di impresa, tecnologia e Risorse Umane, applicando una lettura sociologica ai temi e tentando, invano, di evitare quella politica. Dedica il suo tempo libero allo sport, alla musica e alla montagna.
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