Gli studi sui futuri aiutano a governare l’incertezza
Per provare a capire il contesto attuale, può essere utile notare che molte grandi istituzioni internazionali hanno deciso di usare nuovi strumenti per impostare le loro strategie. Si tratta di strumenti che sono chiamati con diversi nomi: strategic foresight, futures literacy, e in altri modi ancora. Lo ricorda Roberto Poli, titolare della Cattedra Unesco sui Sistemi Anticipanti e Direttore del Master in Previsione Sociale dell’Università di Trento, in un articolo pubblicato su Sistemi&Impresa (Luglio-Agosto 2021), rivista edita dalla casa editrice ESTE (editore anche del nostro quotidiano). Gli studi sul futuro in Italia non sono molto conosciuti, tanto che l’unico corso di formazione accademica su questo è proprio il Master di cui Poli è Direttore.
Angelo Dessì è titolare di Cemis srl, società sarda di costruzioni e montaggi industriali, e insieme con Poli ha svolto quelli che sono chiamati “esercizi di futuro” tramite le tecniche dello strategic foresight, che in italiano fanno parte della teoria dell’anticipazione e degli studi sui futuri. Con l’espressione “foresight”, infatti, si intende un processo sistematico che comporta la rilevazione di informazioni e la creazione di visioni e scenari sul futuro a medio e lungo termine.
“Ho conosciuto il docente e il suo team a una conferenza dove presentava le teorie anticipanti, e insieme con altre tre aziende dell’Oil&Gas abbiamo deciso di iniziare un percorso formativo”, racconta Dessì. “Tramite lo strategic foresight abbiamo imparato a mantenere una mente allenata per leggere le evoluzioni del mercato, capire quali possono essere i trend che si rafforzeranno, o i trend irreversibili”.
Dal percorso di formazione la creazione di un Consorzio
Il focus del percorso, che si è svolto online da marzo 2020 a luglio dello stesso anno, era immaginare il futuro del petrolio con un orizzonte fissato al 2040, con l’obiettivo di capire come le quattro aziende coinvolte potessero affrontare una crisi (prevedibile) e portare di conseguenza le loro peculiarità in altri settori di business, come per esempio quello delle energie rinnovabili. I partecipanti puntavano ad acquisire quanto prima le capacità di saper leggere con metodo quali potessero essere i futuri desiderabili (cioè le volontà delle aziende) e i futuri probabili, cioè lo scenario a cui andremmo incontro se la situazione attuale continuasse allo stesso modo.
“Questo approccio ci ha messo nella condizione di assorbire gli impatti e cogliere le opportunità del mercato, con molta apertura mentale”, dice Dessì. Dopo la conclusione della formazione, è nata l’esigenza di trasferire i concetti appresi anche alle altre figure chiave che operano in Cemis per infondere una nuova cultura aziendale. “Ora non lasciamo niente al caso, e riusciamo a prevedere scenari di lungo periodo, con tempi che vanno dai 10 ai 15 anni”, racconta.
Dessì riferisce che questo cambio di prospettiva ha avuto effetti su tutti i processi, dato che prima l’organizzazione era abituata a ragionare di sei mesi in sei mesi: “Quando si inizia a pensare a un arco di tempo di 10 anni, rispetto al passato acquisisce una maggiore importanza anche la gestione delle varie generazioni in azienda, e di conseguenza l’Age management”. Per questo la cooperativa ha in programma di assicurare una formazione continua a tutti i collaboratori.
Le aziende che hanno seguito il percorso di strategic foresight hanno poi costituito il Consorzio Syendas Scarl (Syendas in sardo vuol dire, appunto, aziende). “Abbiamo unito le nostre competenze per affrontare questo periodo di transizione e per esplorare nuovi mercati dove da soli, probabilmente, non saremmo mai riusciti a entrare. Il Consorzio sarà in grado di affrontare appalti più competitivi e formulare un global service”, si augura Dessì.
Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino.
Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica.
Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.
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