Home working permanente? Il troppo stroppia
Il dibattito sull’opportunità di proseguire con il lavoro da casa, anche oltre il termine del “lockdown”, sta dividendo il mondo delle tech company americane. Se Twitter ha annunciato di aver reso permanente la possibilità per i suoi dipendenti di operare da remoto, il CEO di Microsoft Satya Nadella si è detto preoccupato per le conseguenze che un home working prolungato potrebbe avere sull’interazione sociale e la salute mentale.
Anche se Microsoft è stata una delle prime compagnie ad adottare il lavoro da remoto sin dai primi giorni di diffusione della pandemia da Covid-19, in un’intervista al New York Times Nadella ha detto che passare interamente all’home office vorrebbe dire “rimpiazzare un dogma con un altro”: “Che ne sarebbe della salute mentale? Che ne sarebbe delle connessioni e della costruzione di relazioni di gruppo? In questa fase in cui tutti lavoriamo da remoto, sento che forse stiamo bruciando parte del capitale sociale che avevamo costruito”, ha spiegato il CEO.
Microsoft ha comunicato l’intenzione di proseguire con il lavoro da remoto almeno fino a ottobre 2020. La società avrebbe, infatti, già pianificato per quel momento il ritorno alla normalità con la riapertura degli uffici. Seguendo in questo l’esempio di Apple: il gigante di Cupertino ha già avviato la prima fase della sua politica di rientro, che prevede l’ingresso in ufficio dei membri dello staff che non possono lavorare da remoto o che stanno riscontrando difficoltà nell’operare da casa.
Fonte: New York Times
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
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