I filosofi guidano l’innovazione
Viviamo nella Società 5.0, dove la tecnologia deve essere utilizzata per migliorare la vita degli esseri umani, ma occorrono professionalità in grado di intercettare, con consapevolezza, i grandi cambiamenti che si manifestano e di valutare, con spirito critico, gli impatti sulle persone, sulle imprese e sulla collettività. Siamo in un momento nel quale, proprio per salvaguardare e valorizzare il lavoro umano, le persone devono esprimere spirito critico, capacità di leggere la complessità e capacità di adattarsi in un contesto in cui fatichiamo a leggere i contorni. La sensazione di essere gettati in un mondo nuovo – che Heidegger chiamava “Geworfenheit” – è forte e occorrono strumenti interpretativi nuovi.
Il corso di laurea magistrale in “Philosophical knowledge: foundations, methods, applications”, presentato nella mattina dell’11 luglio 2023, è stato progettato per rispondere alle esigenze delle imprese che hanno bisogno di persone capaci di porsi nuove domande. Non solo quindi le (indispensabili) competenze tecniche: alle aziende occorre un background diverso, un mix di apertura mentale, ampio respiro e visione strategica, chiamato “helicopter view”, la vista dall’elicottero.
Con questa convinzione è nato il corso, un percorso di studi interateneo che vede protagoniste l’Università degli Studi di Bergamo (Dipartimento di Lettere, Filosofia e Comunicazione), l’Università di Pavia e l’Istituto Universitario di Studi Superiori (Iuss) di Pavia, il primo in Italia erogato interamente in lingua inglese. Il corso adotta una metodologia didattica altamente interattiva, che integra lezioni frontali e attività laboratoriali, nonché un tirocinio qualificante e professionalizzante. Essendo in lingua inglese, sfrutta inoltre le opportunità di scambio e interazione in Italia e all’estero.
Questa maggiore apertura mentale è il punto di forza di un percorso di studi filosofici. Lo ha sostenuto anche Achille Varzi, John Dewey Professor alla Columbia University di New York e Invited Professor al corso di laurea. Ha parlato della sua esperienza personale Andrea Delogu, Vicedirettore Generale e Coordinamento Informazione del Gruppo Mediaset, egli stesso laureato in Filosofia (oltre che in Giurisprudenza e Scienze Politiche): il manager ha approfondito le motivazioni che lo hanno portato a intraprendere studi filosofici dopo avere già concluso altri percorsi universitari e come questi approfondimenti abbiano inciso in maniera determinante sullo sviluppo del suo percorso professionale, con risvolti anche sul piano personale e umano. Infine Marco Donadoni, Presidente e Amministratore Delegato di H-Servizi, multiutility bergamasca, ha messo a fuoco la relazione sempre più importante tra competenze tecnologiche e filosofico-umanistiche. Anche lui manager laureato in Filosofia, ha sottolineato l’apporto determinante che un background di studi filosofici è in grado di fornire all’impresa, nell’ottica di guidare i processi di innovazione.
Creatività, empatia, pensiero laterale
Contenuti, finalità e significati di un nuovo progetto culturale sono stati presentati dai tre rettori delle università coinvolte. “Il corso di laurea magistrale è unico nel suo genere, frutto del coinvolgimento di soggetti e realtà diversi nella propria mission, ma accomunati dalla convinzione che il nodo tra filosofia e tecnologia sia oggigiorno imprescindibile per costruire nuovi talenti, aperti al cambiamento e all’innovazione. Le potenzialità di questo nuovo corso di studi sono al tempo stesso un obiettivo e una sfida ma soprattutto la risposta a molte aziende che chiedono creatività, capacità di adattamento, empatia, pensiero laterale, capacità di lavorare in gruppo”, ha dichiarato Sergio Cavalieri, Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo.
Francesco Svelto, Rettore dell’Università degli Studi di Pavia, ha sottolineato come “il nuovo corso di laurea magistrale che consente agli studenti lo spostamento tra le due città universitarie, propone una solida e innovativa interazione tra le ricerche teoriche di lunga data sulla conoscenza, i metodi e le pratiche filosofiche e la loro applicazione alle sfide tecnologiche, etiche, economiche e sociali, aprendo agli studenti un’ampia gamma di opportunità professionali“.
L’innovazione nell’alta formazione è un processo che riguarda sia l’aggiornamento continuo dei contenuti sia la proposta di saperi e conoscenze che superino le tradizionali barriere fra le discipline per offrire alle nuove generazioni una visione più aderente alle innovazioni sociali, come ha confermato il Rettore dell’Istituto Universitario di Studi Superiori (Iuss) di Pavia, Riccardo Pietrabissa: “Il nuovo corso di laurea magistrale interpreta questa visione innovativa che formerà professionisti capaci da guidare processi di innovazione nelle imprese partendo da un solido background di scienze filosofiche. È una sfida contemporanea che certamente sarà apprezzata sia dagli studenti che dal mercato del lavoro nei settori maggiormente impegnati nella competizione internazionale”.
Portare il pensiero filosofico nei territori produttivi
L’Università di Bergamo scommette sul ruolo del pensiero filosofico nei processi economici. “Il corso include nel progetto formativo un inedito ventaglio di insegnamenti e laboratori su temi economici, scientifici e tecnologici. Nel corso insegneranno a Bergamo in qualità di invited professor alcune fra le voci più autorevoli della Filosofia mondiale, come Alexander Bird e Simon Blackburn (Cambridge), Achille Varzi (Columbia), Martine Nida-Ruemelin (Fribourg), Anne Meylan (Zurich) e Crispin Wright (Nyu)”, ha evidenziato Andrea Bottani, Coordinatore del corso di laurea.
In un dibattito si è concluso con gli interventi di Tommaso Piazza dell’Università di Pavia e Andrea Sereni della Scuola Iuss di Pavia e Marco Manzoni, Vicepresidente di Confindustria Bergamo con delega Education e Governance. In conclusione si è dato spazio a Francesca Moro, laureata a Bergamo in Filosofia e ora iscritta al nuovo corso di laurea che ha chiuso con queste parole l’incontro: “Credo che la Filosofia abbia numerose ricadute pratiche su temi che hanno l’urgenza di essere dibattuti e che contribuisca a un mindset analitico, orientato sul domani e sul futuro, e non sul passato come l’indirizzo tradizionale vuole, con il vantaggio di poter fare davvero ricerca innovativa in team grazie alla multidisciplinarietà offerta dal nuovo corso”.
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