Persone_welfare

Il benessere come responsabilità

Occuparsi di benessere è diventato strategico in uno nei momenti più delicati della nostra storia. Ma è necessario un passaggio culturale importante e che passa per una presa di consapevolezza: la risposta ai bisogni, che pur rientra all’interno di logiche di rewarding, si deve collocare all’interno di una più ampia responsabilità manageriale che attraverso il soddisfacimento di esigenze delle persone e l’attenzione a nuove fragilità contribuisca a generare contesti dove crescono la qualità del lavoro e la soddisfazione delle persone. È quanto emerso dalla tappa di Bologna di Wellfeel 2022, evento organizzato dalle riviste Sviluppo&Organizzazione Persone&Conoscenze di ESTE, editore anche di questo quotidiano, che da 10 anni si occupano dei temi del benessere organizzativo e agli strumenti per perseguirlo: sicurezza sul lavoro, benessere fisico della persona, ambiente di lavoro e welfare aziendale.

La sfida oggi per la Direzione del Personale è proiettare le politiche di welfare in una direzione che favorisca la costruzione di una dimensione di significati per rinsaldare il legame tra l’azienda e le persone e generare un autentico senso di comunità, come sostengono le persone esperte intervistate all’evento di cui riportiamo il commento.

Anna Maria Mazzini, Chief Growth Officer di Sodexo Benefits and Rewards Services Italia, parla delle sfide della digitalizzazione per il welfare e per i benefit aziendali.

Maria Rosa Rocco, Managing Director, Chief Executive Coach e trainer di The Coachingroup, sostiene che occuparsi di wellbeing non sia più solo una questione di Responsabilità Sociale: le imprese dovrebbero accogliere una visione strategica del welfare rendendola parte integrante dell’identità aziendale.

Paolo Gardenghi, General Manager Business Unit Day Ristoservice – Gruppo UP, spiega in che modo le aziende possono fare la differenza rispetto al benessere collettivo.

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