Il bla bla bla degli HR sulla diversità
Le iniziative legate a Diversity, equality & inclusion (DEI) sono le prime a essere sacrificate quando bisogna tagliare i costi. Lo dicono i dati del rapporto sul futuro del lavoro 2023 Monster Work Watch Report pubblicato a gennaio 2023 da Monster, il motore di ricerca per trovare lavoro.
Attualmente, solo il 5% dei recruiter ha affermato che gli sforzi in questo ambito sono sul podio delle priorità organizzative. L’11% dei datori di lavoro intervistati ha confermato che i programmi DEI sono tra i primi a scomparire quando si è costretti a contenere gli investimenti, secondi solo agli eventi aziendali e ai bonus.
Manager e dipendenti hanno però percezioni diverse riguardo al valore delle iniziative DEI all’interno della loro organizzazione. Nel frattempo, infatti, dalla ricerca emerge che il 40% dei lavoratori, oggi più che mai, fa attenzione alle iniziative messe in campo dai potenziali datori di lavoro in fatto di diversità, uguaglianza e inclusione.
Le società di ricerca sulle risorse umane statunitensi prevedono, però, che i lavoratori rimarranno delusi per il 2023, poiché le incertezze economiche porteranno le aziende a mantenere un approccio prudente.
Investire in DEI consente di fare la differenza in un’era di incertezza
Alla fine del 2022 Aaron Terrazas, ricercatore di Glassdoor – il sito internet nel quale i dipendenti e gli ex impiegati anonimamente recensiscono le aziende e i loro superiori – aveva sottolineato in un’intervista al sito statunitense HR Dive come DEI e la strategia per attrarre talenti dovessero essere tra le prime aree da considerare, a maggior ragione in una fase di incertezza economica.
I dati però mostrano il contrario: anche la ricerca Human Workplace Index pubblicata a gennaio 2023 da Workhuman, società multinazionale che fornisce soluzioni software per la gestione del capitale umano, evidenzia che le iniziative DEI sono le prime a essere sacrificate durante l’incertezza economica; dare priorità all’inclusione e all’appartenenza può però essere un elemento di distinzione per i datori di lavoro nel processo di assunzione.
Vale la pena approfondire le conseguenze di questa disconnessione, poiché i ricercatori ritengono che iniziative di inclusione, appartenenza ed equità aiutino i dipendenti a sentirsi apprezzati e i dati indicano che le minoranze razziali e di genere si sentono decisamente sottovalutate in questo momento.
Con un tasso circa del 49%, i dipendenti di colore avevano maggiori probabilità di riferire di sentirsi sottovalutati. Allo stesso modo, circa il 48% delle donne ha riferito di sentirsi sottovalutato al lavoro. La tendenza emergente di scarsa cura e attenzione aziendale nei confronti dei DEI offre un’area di opportunità per la differenziazione del brand aziendale.
Considerando i dati pubblicati da Monster secondo cui i lavoratori sono più interessati che mai alla DEI, concentrarsi su queste iniziative può spingere i datori di lavoro a trattenere e raggiungere i talenti in un contesto di mercato difficile.
Giornalista professionista, Cecilia Cantadore ama raccontare storie di persone e imprese. Dopo la laurea magistrale in Culture e Linguaggi per la Comunicazione all’Università degli Studi di Milano è entrata nel mondo dell’editoria B2B e della stampa tecnica e professionale lavorando per riviste specializzate. Scrive di cultura aziendale, tecnologia, business e innovazione, declinando questi macro temi per le diverse testate cartacee e online con cui collabora come freelance. Dedica il suo tempo libero alla musica, ai viaggi e alle camminate in montagna.
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