Il cloub ibrido accelera la digital transformation del Finance

Tra le soluzioni tecnologiche più impattanti nel settore finanziario si annovera il Cloud computing. Il cloud si sta diffondendo sempre di più perché, com’è noto, rende disponibili infrastrutture e servizi con cui banche e istituti finanziari possono capitalizzare al meglio il valore dei propri dati, consentendo la creazione di un servizio finanziario più flessibile, snello e vicino ai clienti finali. Come già avviene in altri settori, anche nel Finance i clienti sono alla ricerca di una scelta più ampia di prodotti e di piattaforme flessibili e consumabili digitalmente da diversi device, e spesso scelgono istituti finanziari che offrono la fruibilità dei servizi online: secondo l’Eurostat, il 47% dei Millennial in Italia nel 2020 ha scelto le offerte promosse dalle banche online.

Questo impone ai player del settore di diventare più agili nella fornitura dei servizi e nella gestione dei dati. “Il cloud è un catalizzatore fondamentale nella trasformazione digitale, è la piattaforma in cui si incontrano soluzioni, servizi e risorse rese disponibili da sorgenti eterogenee: l’agorà moderna dove creare nuovo valore per i clienti”, ha affermato Giovanni Boniardi, Cloud Senior Consultant IBM Italia nel talk dal titolo Breakfast @IBM Garage Financial Services Solutions.

Un approccio al cloud secondo un modello ibrido permette di traguardare l’innovazione senza affrontare rischi forzati, nel rispetto dei tempi e delle reali opportunità di modernizzazione, facendo convivere il pregresso consolidato con il nuovo. Ma la trasformazione impone grande attenzione in termini di sicurezza, protezione dei dati e controllo dei processi operativi. I sistemi finanziari, se da un lato sono propensi all’innovazione digitale, dall’altro devono attenersi alle normative di settore, soddisfare rigidi requisiti di sicurezza e di conformità alle regolamentazioni e gestire carichi di lavoro complessi. Le banche, infatti, mantengono forti responsabilità nei confronti dei clienti, in quanto devono garantire la protezione del dato, la confidenzialità, l’autorizzazione all’operazione, il controllo, indipendentemente da dove venga eseguita una certa applicazione, in cloud o presso le strutture della banca.

“Per le banche è fondamentale riuscire ad assicurare anche in un modello ibrido i medesimi standard di sicurezza che garantiscono ai propri clienti. Quello finanziario è un mercato fortemente regolamentato, dove l’innovazione deve essere perseguita mantenendo al contempo una postura di compliance normativa molto rigorosa”, ha continuato Boniardi. Pertanto, la questione della sicurezza risulta centrale. “Una banca, quando decide di trasferire i dati in cloud, deve avere la certezza della sicurezza del dato”.

Per rispondere a queste necessità del mercato è stata sviluppata la piattaforma IBM Cloud for Financial Services, una proposizione che integra servizi consulenziali a valore nel campo della compliance finanziaria, con capacità tecnologiche specifiche del Cloud IBM. L’obiettivo è mettere a disposizione delle banche un ambiente sicuro, disegnato e mantenuto conforme alle richieste del Regolatore in ambito Cloud.

Ma non è tutto: IBM Cloud for Financial Services è un ambiente che ospita soluzioni verticali certificate, in cui Indipendent Software Vendor possono rendere disponibili i propri prodotti, garantendone una configurazione in linea con i requisiti stringenti che la piattaforma Cloud for Financial Services impone. È il caso della società di software Liferay e del loro Partner Platinum SMC, azienda che si occupa di tecnologie, software e consulenza. Si tratta di una soluzione multicloud caratterizzata da una logica di omogeneità: è open source ed è progettata per abilitare un ecosistema cloud pubblico trasparente, con le caratteristiche specifiche per sicurezza, conformità e resilienza che gli istituti finanziari richiedono.

Oltre alle norme, attenzione all’esperienza utente

Se il rigoroso rispetto delle normative e la protezione dei dati sono le fondamenta su cui poggia la soluzione cloud per il settore finance, non passa certo in secondo piano l’esperienza degli utenti. Chi si approccia alla tecnologia deve poter usufruire dei servizi in modo soddisfacente, in grado soprattutto di creare coinvolgimento (aspetto utile in tempi di Smart working forzato). “Quando ci siamo trovati in questa situazione di emergenza eravamo preoccupati di avere gli strumenti tecnologici. Ma la tecnologia c’è, il problema principale è il senso di solitudine e la gestione vita-lavoro, quindi l’esperienza di utente”, ha osservato Andrea Diazzi, Director sales Liferay Italy Greece Cyprus Israel.

Attraverso la piattaforma Liferay DXP (Digital Experience Platform), Liferay contribuisce a gestire al meglio la user experience offrendo esperienze personalizzate per clienti, partner e dipendenti e costruendo business flessibili, scalabili e integrati. Con Liferay DXP è possibile gestire ogni attività, realizzando esperienze su misura dei propri clienti e centralizzando ogni aspetto del business. La soluzione fornisce, per esempio, servizi multicanale, attraverso l’uso di diversi dispositivi tecnologici: dal Pc al telefono fino all’Internet of Things.

Riguardo l’esperienza utente c’è anche il supporto di SMC, il cui obiettivo è unire le esigenze del settore per arrivare al cliente in modo personalizzato. Attraverso la realizzazione di portali istituzionali pubblici sulla tecnologia Liferay, la banca può interfacciarsi direttamente con il mercato. “Introdurre portali e ragionare nell’ottica dell’esperienza utente in parallelo porta a un efficientamento dei processi, interni o esterni alla banca, di dialogo verso il cliente”, ha affermato Luca Borghesio, Business Development Manager SMC.

A differenza di altri settori che già offrono altissimi livelli di personalizzazione, esperienze di acquisto integrate, rapidità e semplicità di utilizzo delle interfacce, il settore bancario deve recuperare il gap, generato in particolare dal rispetto delle normative e delle regolamentazioni. Con il cloud ibrido, però, c’è l’occasione per accelerare la trasformazione digitale, ormai inevitabile.

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Federica Biffi

Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. È appassionata di cinema e si interessa a tematiche riguardanti la sostenibilità, l'uguaglianza, l'inclusion e la diversity, anche in ambito digital e social, contribuendo a contenuti in siti web. Ha lavorato nell'ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE come editor e redattrice.

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