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Il Contratto di espansione verso l’aggiornamento proposto da PdM

Forse è stata una semplice coincidenza di carattere temporale. O magari una fortunata congiunzione astrale tra esigenze di carattere divulgativo e il calendario dei lavori in corso alla Camera dei Deputati sull’iter di conversione in legge del Decreto Rilancio. Oppure una consapevole e (ri)acquisita sensibilità da parte di chi sa che non potranno manifestarsi altre concrete occasioni per rimettere sui binari giusti uno strumento pensato per favorire oculati percorsi di flessibilità e competitività per le nostre imprese.

Quel che è certo è che tramite una nostra fonte, abbiamo saputo che l’articolo sul Contratto di espansione è arrivato sulla scrivania di esponenti della politica. La cronaca racconta poi che è stato dichiarato ammissibile l’emendamento presentato da alcuni membri della maggioranza di Governo proprio sull’ammortizzatore sociale sperimentale che sembrava essere inevitabilmente destinato al dimenticatoio e che, invece – incrociando le dita – potrebbe tornare presto a respirare aria di nuova e maggiore dignità.

Venendo alla pura cronaca, l’emendamento è molto chiaro: attribuzione del carattere strutturale a far data dal 1 gennaio 2021; ampliamento della platea delle aziende potenzialmente beneficiarie, con la riduzione dell’organico ‘soglia’ da 1.000 unità a 500; e ruolo della gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali istituita presso l’Inps per i finanziamenti relativi alle riduzioni di orario con sostegno al reddito e alle indennità mensili per ‘accompagnare’ alla pensione il personale a non più di 60 mesi dal raggiungimento dei requisiti.

Se già questo impianto passasse così come è stato proposto, ci troveremmo di fronte a una delle pochissime circostanze, correlate alla situazione contingente, in cui il Paese aprirebbe decisamente le porte a un concetto di prospettiva e di visione del futuro e non si dedicasse a una mera, complicatissima (per non dire impossibile) e infruttuosa gestione del presente. Semaforo verde, quindi, sotto tutti i punti di vista.

Osando, contempleremmo, limitatamente allo ‘scivolo’ pensionistico, anche il criterio del gruppo di imprese, controllate al 100% dalla ‘casa madre’, per bypassare, ove non attuabile, la soglia minima di accesso al Contratto di espansione.

Vittoria va cantata solo a emendamento approvato. Ma il segnale – anche solo per scaramanzia definiamolo tale – che arriva è inequivocabile e meritevole di attenzione.

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