Il digital mindset si sviluppa con un’App
Il futuro della formazione è mobile, ibrido tra fisico e digitale e su misura per le diverse funzioni.
La pandemia da covid-19 ha accelerato ulteriormente un processo che era già in atto da tempo nel mondo delle imprese: la digitalizzazione dei sistemi e dei processi a cui è legato il necessario aggiornamento delle competenze dei lavoratori. In ogni settore è fondamentale ripensare modelli di business e di servizio, ma soprattutto garantire l’employability a lungo termine delle persone, che (pur evitando eccessivi allarmismi) rischiano di non essere più occupabili senza l’acquisizione di nuove skill digitali specifiche del loro ambito professionale. Al momento vige ancora il divieto di licenziamento, ma è noto –nostre fonti di giuslavoristi lo confermano– che tante aziende stanno già valutando piani di ristrutturazione a seguito del coronavirus, rinunciando ai profili meno qualificati.
Per accompagnare in modo semplice e intuitivo i dipendenti delle aziende nell’aggiornamento delle proprie competenze tecnologiche, bisogna innanzitutto considerare le modalità con cui le persone oggi interagiscono. Secondo recenti dati Istat, gli italiani utilizzano soprattutto lo smartphone per l’accesso alla Rete (89,2%), seguito dal Pc da tavolo (45,4%); il 28,3% utilizza un laptop o un netbook, il 26,1% un tablet, mentre il 6,7% altri dispositivi mobili come ebook reader, smartwatch, ecc.
Ne consegue che le attività di formazione all’interno delle aziende dovrebbero tenere conto di questi aspetti. “Come dimostrano anche altri studi a livello internazionale sull’adoption dell’elearning, gli utenti incontrano spesso difficoltà nell’accesso alle piattaforme tramite Pc, mentre l’utilizzo di applicazioni mobile sullo smartphone rende più semplice usufruire di contenuti formativi”, spiega Federico Amicucci, Innovation and Digital Offer Director di Skilla, società italiana di elearning specializzata nello sviluppo di soluzioni per innovare formazione e comunicazione interna delle imprese.
Quello della Digital education è un mercato in forte crescita. Uno studio di McKinsey prevede che entro fine 2020 il valore del mercato della formazione mobile arrivi a 38 miliardi di dollari. Tra i principali vantaggi del cosiddetto Mobile learning ci sono la formazione al momento del bisogno, l’aumento del coinvolgimento degli utenti (e dell’interazione fra di loro), la possibilità di utilizzare i propri device personali, il maggiore appeal per i Millennial, la riduzione dei costi di delivery e supporto IT.
Va in questa direzione l’App Digital Journey di Skilla per allenare e sviluppare le competenze digitali, “una soluzione esclusivamente mobile, semplice da usare, che non richiede password e mette a disposizione contenuti della durata massima di quattro minuti. Quindi, ci si può formare nel tempo di una pausa caffè”. Le pillole sono scritte con il contributo di esperti del mondo accademico e consulenziale e il servizio è rivolto alle aziende, che lo possono distribuire ai propri dipendenti.
Percorsi formativi legati ai profili professionali
Le competenze digitali, secondo Amicucci, “non hanno senso se non sono legate al ruolo e al livello professionale della persona, a seconda del tipo di lavoro che compie”. Per questo servono percorsi adattivi ‘su misura’ in base alle diverse funzioni svolte. “Per esempio, l’App Digital Journey chiede all’utente quali sono i suoi interessi, effettua un assessment e una profilazione attraverso algoritmi per proporre un percorso di apprendimento personalizzato”, applicabile in tanti settori diversi, dal Legal all’HR, dalla Produzione al Finance. Sempre seguendo le logiche mobile, sull’App le persone possono tracciare e analizzare i propri apprendimenti e le competenze acquisite, ottenendo punteggi, e commentare i risultati.
Questa tipologia di formazione si adatta all’interlocutore, che viene aiutato nel percorso attraverso la ripetizione dello stesso concetto elaborato sotto forme diverse (video, test, infografica, podcast, ecc.). “Il digitale oggi è una nuova lingua che va praticata quotidianamente, non a caso si parla di analfabetismo digitale”, sottolinea Amicucci, secondo cui l’acquisizione di competenze digitali dura per tutta la vita: “I cambiamenti sono sempre più rapidi, serve quindi una formazione continua che consenta alle persone di stare al passo con i tempi”.
Complice il covid, che ha imposto il distanziamento sociale, il Mobile learning è destinato a diventare il principale strumento di formazione nel prossimo futuro. Più a lungo termine, il mix fisico-digitale sarà probabilmente la modalità di apprendimento prescelta. La sfida, secondo Amicucci, sarà proprio “l’integrazione tra la dimensione fisica e quella digitale, che non dovrebbero contrapporsi, bensì valorizzarsi a vicenda”. Per questo, nell’ambito di un ripensamento complessivo della formazione, “non avrà più senso distinguere tra elearning e learning”, perché già oggi il format ibrido è realtà.
Gabriele Perrone, giornalista professionista con oltre 10 anni di esperienza, è redattore della casa editrice ESTE. Nel corso della sua carriera ha lavorato per importanti gruppi editoriali, dove ha maturato competenze sia in ambito redazionale sia nelle pubbliche relazioni. Negli anni si è occupato di economia, politica internazionale, innovazione tecnologica, management e cultura d’impresa su riviste cartacee e giornali online. Ha presentato eventi e ha moderato tavole rotonde con protagonisti manager di aziende di fronte a professionisti di vari settori in location di alto livello.
Tra le sue esperienze lavorative precedenti, ci sono quelle al quotidiano online Lettera43.it e in LC Publishing Group, oltre a numerose collaborazioni con testate italiane e straniere, da Pambianco all’Independent. Laureato in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito un postgraduate diploma alla London School of Journalism.
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