Il falso mito della produttività in remote working
Dal burnout al boreout: quali sono i rischi (di cui nessuno parla) del lavoro da casa.Molte organizzazioni lo hanno ormai riconosciuto: la pressione esercitata dal coronavirus e dalle inusuali condizioni di lavoro che questa ha imposto ha aumentato il rischio di burnout per molti dipendenti. C’è, però, un altro fenomeno a cui il Financial Times suggerisce di prestare attenzione ed è il pericolo opposto: il rischio, cioè, di perdere i lavoratori meno coinvolti.
Il quotidiano economico parla di “boreout”: buona parte dello staff, che lavora ormai in maniera quasi permanente da casa o comunque fuori dal campo visivo del capo, rischia di perdere entusiasmo per il lavoro e diventare, dunque, meno produttivo rispetto al passato, vivendo una sorta di ‘blocco’ sul lavoro.
Jeffrey Kleinberg, già Presidente dell’American Group Psychotherapy Association, ha lavorato con le organizzazioni dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, riscontrando segnali di questa work inhibition tra i lavoratori che non erano riusciti a elaborare il trauma. Kleinberg prevede un ritorno di sintomi similari dopo la diffusione del coronavirus. Se un membro dello staff, un tempo molto produttivo, “sembra non essere più creativo, si limita a fare quanto dovuto o è più assente sul lavoro, potrebbe essere il segnale di qualcosa che non va di cui la compagnia non è a conoscenza”.
L’ansia può, infatti, tenere bloccate le persone anche sul lavoro. Rispetto alle crisi passate, questa volta tutti sono stati in qualche modo colpiti dagli effetti della pandemia e dal lockdown prolungato, anche soltanto a livello psicologico, e dunque all’interno del team di lavoro ciascuno dovrebbe sentirsi in condizione di condividere apertamente il proprio trauma. La responsabilità di motivare lo staff ricade ancora una volta sui manager. All’inizio della crisi sono stati capaci di richiedere ai propri collaboratori un eroico sforzo collettivo. Ora, si chiede il Financial Times, sapranno affrontare con lo stesso spirito anche la piatta routine dei prossimi mesi?
Fonte: Financial Times
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
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