Il futuro che ci A(I)spetta
Quale futuro sta disegnando l’Intelligenza Artificiale (AI) per la società e il lavoro? Da sempre attenta a indagare quali impatti possa avere sul business e sulle organizzazioni, la multinazionale di consulenza Bip ha presentato al cinema Anteo di Milano Connected, il suo primo documentario che racconta il viaggio sul potere trasformativo dell’AI e i relativi impatti sulla società contemporanea.
Presentato in anteprima nazionale giovedì 22 febbraio 2024 (Parole di Management è stata tra gli ospiti della serata e ora il documentario è disponibile sulle piattaforme Prime Video e Apple Tv in 74 Paesi del mondo, Italia inclusa), Connected è già vincitore del premio per la miglior regia del Western canadian international film festival. “Volevamo creare un prodotto che fosse fruibile e comprensibile da tutti, e abbiamo pensato al linguaggio universale del cinema”, ha raccontato Luca Monaco, Global Head of Creative & Production di Bip e produttore di Connected.
Il docu-film punta a esplorare vari ambiti dell’AI, senza tralasciare i lati ‘oscuri’ della tecnologia. L’opera alterna una trama composta da un filone più divulgativo con uno stile di documentario con interviste a esperti del mondo accademico, del business, della politica, della creatività e della medicina di tutto il mondo, e da un cortometraggio con attori professionisti con un intento più narrativo che racconta la storia di un musicista che si trova ad affrontare una questione cruciale che potrebbe ridefinire il suo futuro professionale.
Alla presentazione sono intervenuti Brando Benifei, Eurodeputato e relatore dell’AI Act, Maurizio Molinari, Head of Liaison Office Milan Parlamento europeo, Maura Nespoli, VP of Sales for Renewables and Sustainable Solutions di Prysmian e Andrea Taglioni, Global Data and AI Competence Manager di Bip xTech, moderati da Ivan Ortenzi, Chief Innovation Evangelist di Bip.
I rischi etici e sociali della tecnologia
Promotrice da tempo del dibattito sugli impatti dell’innovazione tecnologica sulla qualità della vita, sulla professionalità e sul mercato del lavoro, per Bip il docufilm è solo una delle tante iniziative che dimostrano l’impegno e la ricerca rispetto al tema. “Siamo conosci degli effetti negativi della tecnologia (i possibili rischi hanno impatti etici, politici, occupazionali e sulla privacy delle persone), ma allo stesso tempo riconosciamo anche l’enorme potenziale in campo medico, sociale, contro le disuguaglianze economiche e siamo convinti che l’innovazione tecnologica possa risolvere questioni legate al cambiamento climatico”, ha riflettuto Lorena Gandolfini, Chief Marketing Officer di Bip che ha presentato il docu-film agli spettatori invitati per l’anteprima.
In Connected il dibattito sull’AI si snoda tra speranze, opportunità e preoccupazioni. Mentre ci si chiede se le persone saranno rimpiazzabili dalla tecnologia, emerge una riflessione sul senso stesso di essa, da sempre creata per ‘alleggerire’ (e quindi sostituire) l’essere umano. Tuttavia, nel corso del tempo è emerso un ‘meccanismo di difesa’, una maniera di sedare paure e timori legati all’innovazione tecnologica, insieme con una crescente consapevolezza che l’umanità possieda caratteristiche irrinunciabili e ‘non computazionabili’ (come detto da Ortenzi) e la capacità di interpretare e raccontare storie e emozioni che l’AI, per quanto avanzata, è ancora lontana dall’eguagliare.
Tra gli altri aspetti toccati dalla discussione, con Molinari (cieco dalla nascita) si è approfondito il potenziale inclusivo della tecnologia. A suo giudizio, se sfruttato correttamente, lo sviluppo tecnologico può offrire opportunità significative per le persone con disabilità. Il rischio, però, è che l’AI diventi uno strumento di esclusione anziché inclusione, se non gestita correttamente.
È necessario dunque che siano definite regole e norme che vietino le disuguaglianze, insieme con l’attenzione ad allenare gli algoritmi affinché siano adeguatamente rappresentativi e non discriminatori. Con la premessa che le tecnologie siano a beneficio di tutti e non solo di alcuni, diventano cruciali il tema della formazione (affinché la società sia educata a comprendere e qualificare in modo critico le risposte dell’AI) e dei possibili nuovi modelli di lavoro, che richiederanno una riflessione anche rispetto la ridistribuzione economica. Secondo quanto affermato da Benifei, il Parlamento europeo starebbe già immaginando una proposta di reddito universale, immaginando un futuro in cui si lavorerà meno, sostituiti dalla tecnologia.
È già concreto, invece, l’AI Act, che attende solo di diventare ufficialmente legge europea ad aprile 2024: in sintesi, è l’impegno normativo comunitario per regolare specifici casi d’uso dell’AI, in particolare per settori sensibili come la medicina, l’istruzione e i processi democratici. Trasparenza e responsabilità sono al centro della regolamentazione e un passo importante nel tentativo di garantire che l’AI sia utilizzata sempre in modo etico.
Classe 1996, Martina Midolo è giornalista pubblicista e si occupa di social media. Scrive di cronaca locale e, con ESTE, ha potuto approfondire il mondo della cultura d’impresa: nel raccontare di business, welfare e tecnologie punta a far emergere l’aspetto umano e culturale del lavoro.
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