Il futuro delle politiche attive per il lavoro è più inclusivo

Il rafforzamento dei Centri per l’impiego (Cpi) è uno dei 102 obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) italiano. Se il Paese non raggiungesse questo scopo entro il 2025, perderebbe i fondi europei previsti, cioè 5 miliardi di euro. Il progetto cardine per rilanciare il servizio è Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol), che in tre anni a partire dal 2022 dovrebbe far trovare lavoro a circa 3 milioni di persone. “Per la prima volta, con Gol e i suoi fondi, in Italia si parla di una possibile integrazione tra settore pubblico e privato nella ricerca e offerta di lavoro per i cittadini, come succede in molti altri Paesi europei”, dichiara Roberto Sarrocco, Direttore dell’Agenzia per il lavoro Fmts. Della prima tranche di aiuti prevista (880 milioni di euro), infatti, 200 milioni sono destinati al potenziamento dei Centri per l’impiego, mentre il resto andrà ad altre strutture, comprese le Agenzie per il lavoro (Apl).

Secondo l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp), infatti, poco più di quattro persone su 100 trova un’occupazione grazie ai Cpi. Uno dei motivi è che in queste strutture lavorano, a oggi, circa 8mila operatori (2mila in meno rispetto a 20 anni fa). L’assunzione di personale a tempo indeterminato nei Cpi spetta alle Regioni, alle quali lo Stato ha destinato 464 milioni di euro per raggiungere l’obiettivo. “Entro il 2023, l’organico dovrebbe raggiungere i 20mila operatori e, se non si raggiungono i livelli di occupabilità indicati dalla normativa, non vengono sbloccati i fondi per gli anni seguenti. Ogni Regione ha quindi dei target minimi da raggiungere”, spiega Sarrocco.

Il ruolo delle Apl per raggiungere target stringenti

La Lombardia, per esempio, nel 2022 ha circa 101 milioni di euro per ricollocare il 12,5% dei beneficiari di indennità di disoccupazione a livello nazionale, il 10% dei disoccupati e il 14% dei lavoratori in cassa integrazione. “La ripartizione dei fondi è stata decisa in base ai tassi di non occupabilità e al tessuto industriale nei territori: per questo Campania, Sicilia, Lombardia e Lazio hanno i fondi maggiori”, specifica Sarrocco. Nelle linee guida pubblicate dal Ministero del Lavoro sono identificati quattro obiettivi principali del progetto: integrare le misure già presenti in ambito formazione; unire le varie politiche attive per il lavoro a livello regionale; attivare collaborazioni tra pubblico e privato per raggiungere i traguardi di occupabilità; personalizzare le politiche attive con particolare focus sulle categorie svantaggiate.

Gol, inoltre, è pensato per un target più ampio di beneficiari rispetto al passato: il 75% dei 3 milioni di persone a cui è rivolto, infatti, non sono i percettori di ammortizzatori sociali, bensì i cosiddetti “svantaggiati” come working poor (autonomi e dipendenti con redditi bassi) o categorie fragili (come disabili, Neet, Over 55, donne svantaggiate). Le fasi del programma iniziano da un primo colloquio di orientamento, continuano con l’analisi della domanda nel tessuto lavorativo locale, per poi concludersi con la valutazione di eventuali skill gap della persona e l’individuazione di un percorso ad hoc.

“Accompagnare il candidato dalla formazione al lavoro sposa la nostra vision: Fmts Group crede fortemente nell’integrazione dei due mondi e siamo fiduciosi che sarà dato molto spazio di manovra alle Apl nel raggiungimento degli obiettivi di Gol”, dice Sarrocco. Nelle linee guida si prevede anche il rafforzamento degli obblighi di condizionalità: i beneficiari di ammortizzatori sociali non in costanza di rapporto di lavoro e del reddito di cittadinanza dovranno infatti partecipare alle iniziative di politica attiva previste nell’ambito delle azioni di Gol, pena la perdita del sostegno al reddito.

 

Roberto Sarrocco, Fmts, centri impiego, Garanzia di occupabilità dei lavoratori, GOL


Elisa Marasca

Elisa Marasca

Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino. Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica. Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.

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