Il Lean thinking al servizio del business
In Italia, la pandemia e le relative misure restrittive hanno accentuato sempre più i trend di passaggio al digitale. Solo le imprese in cui la digital transformation era entrata a tutti i livelli e in tutti i reparti, però, sono riuscite a tenere testa alla situazione di blocco senza riportare perdite. Lo rivela una ricerca di McKinsey sull’evoluzione del mercato globale, realizzata nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, quando si è assistito a una corsa alla digitalizzazione in tutti i settori, tanto da stimare un balzo in avanti di aziende e consumatori di cinque anni in circa otto settimane.
Il Lean thinking può essere il volano alla digitalizzazione, attraverso un crescente orientamento ai processi, al miglioramento continuo, alla massima attenzione alla misura e all’analisi dei dati, alla conoscenza distribuita in tutta l’azienda, nonché al coinvolgimento delle persone che prevede necessariamente lo sviluppo di nuove competenze e un nuovo approccio al lavoro. Il rischio, altrimenti, è quello di finire per digitalizzare anche gli sprechi. Lo sostengono Michele Bonfiglioli, Amministratore Delegato di Bonfiglioli Consulting, e Umberto Mirani, Amministratore Delegato di Digibelt, nel libro Lean Digital, la via italiana alla fabbrica 5G, edito da Guerini Next e a cura della giornalista Maria Cristina Origlia.
Le tecnologie abilitanti vanno innestate su processi sicuri e flessibili
Il volume si presenta come un approccio metodologico che integra il miglior modello organizzativo Lean con le opportunità offerte dalle tecnologie dell’industria 4.0. Dopo una prima parte volta a illustrare i cambiamenti macro economici degli ultimi vent’anni e le sfide che attendono le imprese, il saggio spiega come il mondo produttivo italiano possa recuperare efficienza e competitività, ripercorrendo anche sei casi di successo: Automobili Lamborghini, Philip Morris, Recordati, Sabo, Unifarco ed Exor International, che entro il 2020 ha in programma di completare la sperimentazione della tecnologia di rete mobile 5G nella sua fabbrica digitale 4.0.
A questo proposito, Giuseppe Pace, Managing Director di Exor International, durante la presentazione del libro ha illustrato i benefici pratici della trasformazione digitale per il mondo manifatturiero, e in particolare del 5G: “Il primo vantaggio è che si elimina il problema dei cavi all’interno di una fabbrica, poi c’è una connessione maggiore tra singoli dispositivi. È anche una rivoluzione che mette insieme il parco IT a quello OT, che tipicamente sono sempre stati abbastanza slegati”.
Secondo il modello di Bonfiglioli Consulting illustrato nel libro, quindi, progettare la trasformazione 4.0 significa, innanzitutto, saper scegliere le tecnologie abilitanti funzionali alle aziende, per poi innestarle al servizio del business e del valore per il cliente su processi robusti, flessibili e snelli. Per le aziende, e in particolare le PMI, è l’unico modo per affrontare le sfide che le attendono nei mesi futuri.
Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino.
Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica.
Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.
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