Il Manifesto per fare impresa etica nell’era del Covid-19
La pandemia da Covid-19 sta già avendo – e avrà sempre più in futuro – un serio impatto non solo sulla salute pubblica e sull’economia globale, ma anche sui pensieri e sullo stile di vita delle persone. Toccherà da vicino le dinamiche interne alle organizzazioni, chiamate a ripensare schemi, modalità, obiettivi del proprio agire.
In Giappone c’è chi si sta interrogando sul futuro del fare impresa, durante e dopo la pandemia. La Future center alliance Japan (Fcaj), ecosistema plurale che riunisce industria, accademia, Governo e privati per promuovere una collaborazione finalizzata all’Open innovation, sta delineando il suo manifesto per una società del futuro post Covid. E lo fa attraverso le modalità di comunicazione rese possibili dalle moderne tecnologie e irrinunciabili dall’attuale distanziamento sociale, come una video conference su Zoom.
Trovare la ricetta giusta, però, non è semplice. Le scelte importanti non si basano sulla logica, ma sulla saggezza. Anche Parole di Management si è fatta portavoce, attraverso gli eventi Fabbrica e Futuro, del dibattito tra accademici, manager e imprenditori che si stanno interrogando sulla via migliore per far ripartire l’attività di impresa e, in particolare, la Manifattura: dal primo confronto sono emerse varie proposte, pur mancando una concreta idea di ripartenza del Manufacturing.
Perseguire la “leadership saggia”
Dalla piattaforma digitale è nata, anche in Giappone, la riflessione sulle nuove sfide poste al mondo dell’impresa. Secondo la Fcaj, i leader delle organizzazioni devono chiedersi quale sia lo scopo della loro attività e, ancor di più, se il proprio business stia seguendo una strada etica. Il monito dell’alleanza per il futuro è chiaro: oggi è quanto mai urgente passare da una logica egoistica a un approccio fondato su altruismo, compassione e solidarietà.
“A seguito dell’impatto del Covid-19, la nostra società non sarà mai più la stessa, tanto che alcuni hanno iniziato a parlare di new normal. In una società così caotica e in trasformazione, una leadership dotata di saggezza pratica per esprimere giudizi fondati sul bene comune sta diventando sempre più cruciale per costruire un futuro migliore”, ha detto Ikujiro Nonaka, Professore Emerito alla Hitotsubashi University e membro dell’Accademia Giapponese, grande studioso di management nonché autore della teoria della Knowledge creation. Clicca qui per leggere il suo articolo pubblicato da Sviluppo&Organizzazione.
Una leadership saggia, dice Nonaka, è fondata sulla compassione nei confronti delle persone e delle cose, sul qui e ora. È in grado di trovare la svolta attraverso la solidarietà e la compassione in quello che i giapponesi chiamano gemba, il luogo di lavoro reale, impegnandosi a operare in maniera sistematica e autonoma. I leader, secondo Nonaka, devono concentrarsi nel costruire una rete di saggezza che includa il potere della base e che sia diretta al bene comune, superando l’interesse personale. Da qui l’importanza di Ba, uno spazio condiviso in divenire. Un concetto che in giapponese rimanda, più che alla sala riunioni, all’interazione che in essa si genera. “Un posto per il dialogo aperto tra i settori”.
Altruismo come base per l’innovazione
L’impresa si pone allora come una configurazione organica di vari Ba, in cui le persone interagiscono reciprocamente. Anche una videocall può essere un Ba, un luogo in cui viene dato significato alle informazioni per farne conoscenza. In questo senso, la Fcaj si spende per organizzare meeting che vadano oltre i confini delle organizzazioni per connettere economia e società. Oltre a quella di Nonaka, la proposta per una società globale che si ispiri ad altruismo e solidarietà porta, infatti, anche la firma di Hideaki Koizumi, Executive Vicepresident dell’Accademia di Ingegneria del Giappone.
Per Koizumi, la chiave della ripartenza sta nel valore dell’integrità. “Dobbiamo trattare la pandemia come un fenomeno naturale e come parte dell’evoluzione umana e della diversità delle specie, con un approccio fondato sull’evidenza e non arbitrario”, ha raccomandato. Anche se la società in cui viviamo ci appare spesso fondata sull’egoismo personale, la pandemia ci ha mostrato atti di modestia, gratitudine, nobiltà d’animo tra nazioni e popoli diversi. “Un nuovo ecosistema, che colleghi scienze naturali, umanistiche, sociali e artistiche, è ciò di cui c’è bisogno e ciò che viene attivato da questa crisi”.
Altruismo e bontà d’animo non devono essere categorie slegate dagli affari e dal business. Se la pandemia ci appare oggi un trauma che interrompe il continuum degli eventi, è bene ricordare con Koizumi che anche l’innovazione segue la logica della “continuità delle discontinuità”. “Ogni innovazione è una transizione della discontinuità, ma l’innovazione sociale emerge continuamente e arricchisce l’essere umano. Dopo la pandemia, mi auguro vivamente che costruiremo un futuro migliore”.
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
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