Il mercato del lavoro torna a crescere nel 2022
I datori di lavoro italiani prevedono un mercato del lavoro in crescita nel primo trimestre del 2022: il 43% si aspetta un aumento della propria forza lavoro a fronte del 16% che prevede una diminuzione e del 39% che non immagina cambiamenti rispetto alla situazione attuale. È quanto emerge dall’indagine ManpowerGroup Employment Outlook Survey (Meos), pubblicata a dicembre 2021 e realizzata interpellando circa 40mila datori di lavoro in 40 Paesi (tra cui l’Italia) per misurare le intenzioni di assunzione nei primi tre mesi del nuovo anno.
L’aumento occupazionale è previsto in tutte e quattro le macroregioni italiane, ma gli intervistati nel Nord-Ovest e nel Nord-Est si aspettano un incremento maggiore (30%), rispetto a quelli dell’Italia Centrale (27%) e del Sud (23%). Rispetto al primo trimestre 2021, inoltre, il saldo occupazionale risulta in aumento di almeno il 20% per tutte le aree.
Settori in ripresa dopo due anni di pandemia
I cambiamenti più significativi sono previsti nel settore Bancario, Finanziario, Assicurativo e Immobiliare: “A due anni dall’insorgere della pandemia i dati del Meso rilevano che le aziende italiane hanno fiducia nel futuro. Lo dimostra chiaramente il settore finanziario che, dopo essere stato pesantemente colpito dai lockdown, è in piena crescita con un +43% di prospettive occupazionali nette, rispetto al 28% a livello nazionale”, ha affermato Stefano Scabbio, Presidente Sud Europa di ManpowerGroup.
Altre prospettive di crescita riguardano i settori IT, Telecomunicazioni, Comunicazione e Media, Commercio all’ingrosso e al dettaglio, Costruzioni, Manifatturiero e dei Servizi pubblici (come l’istruzione), che prevedono tutti almeno il 20% in più di assunzioni rispetto al 2020. Una menzione a parte è per l’Horeca, che dopo la pesante crisi che ha colpito l’Ospitalità e la Ristorazione a causa dei vari lockdown negli ultimi due anni, prevede un incremento del 46% per i primi tre mesi del 2022.
Per Scabbio, queste riprese devono necessariamente puntare sulle persone per creare un futuro lavorativo sostenibile, mentre la trasformazione digitale continua ad accelerare: “In un mercato del lavoro così in crescita, trovare persone con le giuste competenze è una questione rilevante. L’Italia, attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), punta a rilanciare la propria occupazione, ma per raggiungere l’obiettivo occorre investire su una formazione professionale di cui si possano misurare adeguatamente i risultati, stabilire dei percorsi sul breve e lungo termine basati sull’utilizzo di studi predittivi specifici e, infine, puntare all’integrazione tra soggetti pubblici e privati”.
Prosegue l’adozione del lavoro ibrido
Le aziende interpellate dal sondaggio in Italia vanno dalle microimprese con meno di 10 dipendenti alle imprese che ne hanno più di 250. L’aumento di assunzioni più marcato è previsto dai datori di lavoro delle grandi e medie aziende, che riportano prospettive occupazionali rispettivamente del 35% e del 30%. Le Piccole e medie imprese (PMI), invece, prevedono un calo delle assunzioni dal 5 all’8%. Tutte si aspettano però un dato positivo rispetto alle prospettive occupazionali del primo trimestre del 2021.
Gli intervistati si sono anche espressi sul tema dello Smart working: circa la metà di loro pensa che la quota maggiore di lavoro in presenza sarà nelle Vendite, nel Front office e nel Customer care, mentre le aree professionali in cui è previsto il lavoro agile fino a due giorni alla settimana sono quella Amministrativa e delle Risorse Umane, con una percentuale del 28%.
Probabilmente lavorerà da remoto tre o più giorni alla settimana – per il 21% dei casi – chi si occupa del settore Finance e Accounting, mentre il 10% di chi lavora in questo campo continuerà a farlo completamente da remoto. “È anche per questo che dobbiamo continuare a supportare la trasformazione delle competenze digitali attraverso l’upskilling e il reskilling, formando adeguatamente i giovani”, ha concluso Scabbio.
Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino.
Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica.
Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.
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