Il nuovo Ccnl dei Metalmeccanici tra innovazione organizzativa e partecipazione
Il 5 febbraio 2021 è stato firmato da Federmeccanica e dai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, il nuovo contratto collettivo di lavoro per l’Industria Metalmeccanica. Il contratto riguarda circa 1,5 milioni di lavoratori e presenta molti aspetti innovativi che si propongono di sostenere un salto nello sviluppo del settore. Tra le tante clausole, contenute in un contratto complesso, le più innovative a nostro avviso si possono raggruppare nei quattro temi seguenti.
Un primo aspetto interessante è che l’aumento salariale dei minimi contrattuali (112 euro al quinto livello e 100 euro al terzo livello), erogato progressivamente in tre anni, è riconosciuto in parte come recupero dell’inflazione e in parte come premio per il maggiore impegno che il nuovo inquadramento e l’innovazione richiederanno alla generalità dei lavoratori. Infatti il nuovo inquadramento comporterà più partecipazione attiva al lavoro, più flessibilità operativa, e quindi più sforzo e competenza. In breve, mentre una parte degli aumenti sarà legata al recupero dell’inflazione, calcolata con il sistema Ipca (Indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi membri dell’Unione europea) – indicatore di verifica della convergenza delle economie dei Paesi membri – quella maggiore servirà a ricompensare la crescita di produttività e professionalità del lavoro attivata dal nuovo inquadramento e dall’innovazione organizzativa indotta.
Formazione dei lavoratori e nuove relazioni industriali
Un secondo aspetto sta nella centralità e nell’impegno per la formazione continua dei lavoratori con lo scopo di valorizzare le persone e incrementare allo stesso tempo la competitività delle imprese. L’obiettivo è di colmare i gap di competenza a seguito della trasformazione del lavoro e delle innovazioni digitali e organizzative, utilizzando appieno le giornate di formazione già previste nel precedente contratto del 2016, ma alle quali, in effetti, si è raramente ricorso. In questo quadro la commissione nazionale per la formazione professionale e l’apprendistato, nonché quelle territoriali e aziendali, dovrebbero assicurare una governance del sistema e dei processi formativi. Esse potrebbero finalmente attivare un’interazione virtuosa tra i diversi stakeholder che intervengono nella formazione. Il loro obiettivo principale è infatti di osservare e indirizzare tutto il sistema a partire dalla rilevazione dei fabbisogni, sino ai risultati di apprendimento.
Un terzo punto riguarda lo sviluppo di nuove relazioni industriali per sostenere lo sforzo innovativo e per coordinare l’applicazione decentrata dell’inquadramento e della formazione continua. L’accordo prevede diverse forme sia di organismi bilaterali (come gli osservatori e le commissioni) sia di partecipazione. Un ruolo molto importante è attribuito alla Commissione nazionale salute e sicurezza. Rilevante è anche la costituzione di un nuovo organismo bilaterale nazionale, proposto come cardine di un “compiuto sistema partecipativo fondato su una qualificata bilateralità”.
L’obiettivo è il monitoraggio sistematico della situazione economico-produttiva ai fini delle politiche industriali, degli accordi di secondo livello e delle pratiche di partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori nell’organizzazione dell’attività, da collegare al dialogo sociale europeo. A questi scopi vengono anche potenziati l’Osservatorio nazionale e gli Osservatori congiunti territoriali. Sono poi previste molte occasioni di formazione congiunta tra aziende e rappresentanze sindacali. A livello aziendale sono attivate commissioni paritetiche per la formazione professionale e per le pari opportunità. Per le aziende con più di 1.000 addetti potrà essere convocato un comitato consultivo di partecipazione.
Ma la parte più innovativa dell’accordo è sicuramente la riforma storica dell’inquadramento professionale, che non veniva modificato, se non in piccola parte, dal 1973. Per capirlo è però necessario riprendere il ragionamento sin da quel tempo lontano. Non è fare preistoria, ma governare l’innovazione.
*L’articolo è stato scritto da Luigi Campagna, Professore a Contratto di Sistemi Organizzativi al Politecnico di Milano, Partner della società META Governance & Innovation Studio, Luciano Pero, Adjunct Professor Mip – Politecnico di Milano, Partner della società META Governance & Innovation Studio.
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Ccnl Metalmeccanici, contratto collettivo, inquadramento professionale