Il Paese dove è lecito timbrare il cartellino in mutande
Tutti lo ricordano come il ‘vigile in mutande’ che timbrava il cartellino vestito solo di maglietta e slip e poi tornava a casa nel Comune di Sanremo. La sua immagine aveva fatto il giro del web e gli era costata il posto di lavoro. Ma cinque anni dopo, Alberto Muraglia, finito sotto inchiesta nel 2015 nell’indagine della Guardia di Finanza sui furbetti del cartellino, è stato assolto con rito abbreviato durante l’udienza preliminare.
La decisione è stata presa perché “il fatto non sussiste”, grazie a una disposizione del comandante della polizia locale, secondo cui l’uomo (nominato custode del mercato ortofrutticolo, a pochi metri dalla porta di casa) era autorizzato ad aprire la struttura in abiti borghesi allʼalba e poi rientrare a casa per indossare la divisa.
L’episodio di cronaca ci fornisce l’occasione per parlare di un tema fondamentale in ambito aziendale: quello dell’accountability, cioè della responsabilità che ciascuno dovrebbe avere nei confronti del proprio lavoro e delle altre persone.
Essere responsabili significa interpretare il proprio ruolo in modo corretto, rendendo conto delle proprie azioni. All’interno delle aziende, la presenza di persone che hanno questa consapevolezza è molto importante per salvaguardare l’integrità dell’organizzazione. Non sempre, però, la Direzione del Personale ha gli strumenti adatti per individuare chi possiede queste caratteristiche.
A tal proposito, proponiamo un approfondimento sulla responsabilità dei lavoratori, intesa come valore e motivazione per svolgere al meglio il proprio lavoro. Assumendosi la responsabilità di non timbrare il cartellino senza un decoroso abbigliamento.
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