Il Premio Di padre in figlio al Salumificio Fratelli Beretta
A vincere la 13esima edizione del ‘Premio Di padre in figlio – il gusto di fare impresa’, è stato il Salumificio Fratelli Beretta. È tarda sera quando, al termine di una cena di gala alla quale anche Parole di Management ha potuto partecipare mischiandosi ai numerosi imprenditori, l’azienda lombarda leader nella produzione dei salumi Dop e Igp ha ricevuto il riconoscimento, assegnato ai rappresentanti di tre generazioni della famiglia Beretta. “Le forti radici, risalenti al 1812, e le otto generazioni che si sono susseguite, sono la dimostrazione di resilienza e di una ben definita strategia di successione nell’ambito della famiglia, che ha saputo negli anni conciliare valori, attenzione alla comunità degli stakeholder, rispetto degli indicatori ESG e una costante attività di sviluppo internazionale in Europa e nel resto del mondo”, è stata la motivazione del premio scritta dalla giuria.
Ma le aziende premiate nell’ambito dell’iniziativa nata nel 2008 per analizzare e valorizzare le esperienze di aziende familiari che hanno affrontato e risolto con successo il passaggio generazionale, sono state numerose. Ospiti del Museo Alfa Romeo di Arese (a pochi chilometri da Milano), i partecipanti alla cerimonia di premiazione hanno potuto anche vivere il ‘viaggio’ nella storia d’eccellenza del brand di automobili che ha reso grande il Made in Italy, visitando gli spazi museali. Una storia dentro le tante storie d’impresa candidate al premio: in 13 edizioni sono state circa 1.800 le aziende coinvolte e nel 2024 il fatturato totale delle partecipanti è stato di circa 9 miliardi di euro (con una media di 75-80 milioni).
Al di là delle singolarità di ogni azienda, c’è un filo rosso che lega tutte le imprese che hanno gestito il passaggio generazionale, diventato, nel tempo, da fenomeno a vera emergenza, se si considera, come ha ricordato Albero Salsi (esperto di sviluppo aziendale e ideatore del premio), che soltanto il 30% delle organizzazioni supera il passaggio tra prima e seconda generazione e addirittura il 70% non riesce a gestire quello verso la terza generazione. Ma quali sono dunque le caratteristiche alla base delle aziende in grado di affrontare il passaggio generazionale? Per gli organizzatori del premio – realizzato con il supporto scientifico di Liuc Business School (il Family Business Lab Fabula della Liuc – Università Cattaneo ha messo a disposizione gli strumenti di raccolta e interpretazione dei dati) sono cinque gli aspetti che fanno la differenza: tempestività nella gestione del passaggio di testimone; condivisione di un patto generazionale con gli eredi designati (e pianificazione di un percorso di formazione a supporto); modello di governance con l’apertura a figure indipendenti; proseguire l’innovazione nei processi e nei prodotti; scelta di collaboratori validi non appartenenti alla famiglia.
A dare concretezza alle caratteristiche teoriche che permettono alle imprese di gestire il passaggio generazionale sono tutte le aziende candidate al premio, la cui 13esima edizione è stata promossa da Credem Euromobiliare Private Banking, Eos Management Consulting – Glasford International Italy, Pirola Corporate Finance, con il supporto tecnico di Igi Private Equity. La valutazione delle candidature è stata, invece, affidata alla giuria composta da Fabio Tamburini, Direttore de Il Sole24Ore e da esponenti del panorama economico, finanziario, accademico e istituzionale: Innocenzo Cipolletta, Presidente Aifi e Febaf; Gianni Brugnoli, Vicepresidente Confindustria con delega al Capitale umano; Giulio Canale, Amministratore Esecutivo e Componente del Cda di Saes Getters; Massimo Carrara, Cavaliere del lavoro e Presidente Cartiere Carrara; Leo De Rosa, Fondatore e Managing Partner dello Studio Russo De Rosa Associati; Massimo Di Terlizzi, Chairman di Pirola Pennuto Zei & Associati; Anna Gervasoni, Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese, membro del Consiglio Accademico e Prorettore Liuc – Università Cattaneo; Paolo Gibello Ribatto, Dottore Commercialista e Revisore Contabile e Amministratore Indipendente; Fabio Storchi, Cavaliere del lavoro, Presidente e Amministratore Delegato di Finregg.
Funziona l’assetto di impresa familiare
L’edizione 2024 del ‘Premio Di padre in figlio – il gusto di fare impresa’ ha contato ben due terzi di aziende con i requisiti di impresa familiare, con sede legale in Italia e con un fatturato 2022 superiore a 10 milioni di euro. Il Nord Italia è stato largamente rappresentato, mentre la storicità media delle organizzazioni è stata di circa 55 anni (con punte di oltre 150 anni); per quanto riguarda i settori merceologici, la composizione ha visto la meccanica (13%), la manifattura (10%), l’alimentare (17%), l’abbigliamento tessile (11%), i servizi (7%), la logistica (5%).
Il premio “Apertura del capitale e governance” è stato assegnato a Irsap, leader in Italia e tra i top player europei nel settore del riscaldamento, con headquarter ad Arquà Polesine in provincia di Rovigo, due stabilimenti produttivi, in Italia e in Romania e 1.120 collaboratori. “Ha sempre puntato su innovazione tecnologica e design, favorendo nel tempo dapprima la coabitazione di più soci e ora una strategia di leadership intergenerazionale supportata da consiglieri indipendenti”, è stata la motivazione indicata dalla giuria.
Nella categoria “Donne al comando” il premio è stato assegnato a Probiotical, azienda nata nel 1985 e impegnata nell’innovazione del settore dei probiotici, diventata nel tempo il partner di riferimento per le imprese che cercano prodotti probiotici di alta qualità, personalizzati, sicuri e stabili, con efficacia dimostrata. E questa è stata la valutazione condivisa dai giurati: “È una società all’avanguardia nelle biotecnologie e riconosciuta per il suo spirito innovativo, i numerosi brevetti e una tradizione familiare di oltre 70 anni nel settore, oggi proiettata nel futuro grazie alla grinta, alle capacità gestionali e alla vision della CEO Vera Mogna, che coordina un nutrito gruppo di manager tutti esterni rispetto ai soci”.
A Fontana Group è stato assegnato il premio per la categoria “Fratelli al comando”, “per avere saputo coniugare una costante ricerca della performance all’Open innovation e a una strutturata e ponderata attribuzione dei compiti e delle responsabilità dei fratelli, Valentina e Stefano, che ora guidano un’azienda internazionale protesa alla crescita”. Nata nel 1956 da Pietro Fontana, l’impresa è oggi leader mondiale nell’engineering, nella costruzione di stampi e nello stampaggio e assemblaggio di carrozzerie in alluminio per le supercar; il gruppo conta oltre 1.300 persone e controlla 13 stabilimenti in Italia situati nella provincia di Lecco, un plant di produzione ad Istanbul, in Turchia, e uno a Schitu Golesti, in Romania.
Per la categoria “Giovani imprenditori” la vittoria è stata di Eternoo, leader in Italia nel settore della distribuzione edile multi-specialistica e impegnata, proprio in questa fase storica, nel processo di rebranding da Eternedile. Con oltre 70 anni di esperienza e più di 600 collaboratori, Eternoo fornisce prodotti e soluzioni per l’edilizia di alta qualità a imprese, artigiani e privati grazie alla sua rete capillare di 67 punti vendita e 23 showroom a marchio Aqva Ceramiche, il brand dedicato alla divisione finiture. “Guidata dalla passione di Caterina e Federico Nessi, questa azienda incarna una gestione familiare dinamica con una visione moderna e protesa alla crescita grazie anche alla digitalizzazione dei processi gestionali”, ha scritto la giuria per motivare la scelta del vincitore.
Lovato Electric ha vinto nella categoria “Innovazione”: “Dal 1922 eccelle nel settore dell’Automazione industriale e dell’Energy management con una gamma di oltre 20mila prodotti e una strategia orientata alla vicinanza con il cliente, con la quale l’azienda si afferma nel mercato globale mantenendo una rapidità operativa distintiva”. L’impresa è gestita dalla stessa famiglia di imprenditori da quattro generazioni e, partita dagli albori dell’elettrotecnica è ora giunta all’odierno mix di elettronica, automazione e software.
Il premio per la categoria “Internazionalizzazione” è stato assegnato a Persico, l’azienda fondata nel 1976 da Pierino Persico (oggi affiancato dai tre figli, nel ruolo di amministratori delegati con pari poteri) come modelleria per il legno, l’impresa con sede a Nembro (in provincia di Bergamo), diventata nel tempo una ‘multinazionale tascabile’ a conduzione familiare che fornisce una gamma completa di servizi: dal design alla progettazione, dall’ingegneria e alla costruzione di stampi, presse, celle robotizzate, attrezzature, linee e soluzioni chiavi in mano per diversi settori industriali puntando all’automazione: “L’azienda ha perseguito una strategia volta a espandersi in nuovi mercati internazionali grazie all’apertura di filiali in Usa, Messico, Germania e Cina”.
Di Cosberg è il premio per la categoria “Piccole imprese”, con questa motivazione: “Società specializzata nella prototipazione di sistemi di automazione di processi di produzione industriale, in cui la componente ingegneristica, creativa e tecnologica costituisce un notevole elemento distintivo; attualmente sotto la guida di Michele e Paolo Viscardi, protagonisti di un buy-out, la società promuove attivamente la Open innovation e numerose borse di studio e partnership con le scuole tecniche del territorio”. Nata nel 1982 per studiare, progettare e costruire macchine e moduli per l’automazione dei processi di montaggio, Cosberg è oggi una tra le realtà più innovative del settore, nonché punto di riferimento – più volte riconosciuto e premiato – nella gestione e nella tutela del capitale intellettuale, vero patrimonio di ogni azienda.
Ultimo dei premi messi a disposizione è stato quello della categoria “Storia e tradizione”, assegnato al Lanificio Luigi Colombo, azienda leader mondiale nella produzione di cashmere e fibre nobili, arrivata alla terza generazione (conta circa 400 collaboratori): dalla Valsesia, Luigi il fondatore, ha lanciato la sfida delle fibre nobili trasmettendo al figlio Roberto quell’ideale che abbraccia non solo il lavoro, ma l’intera vita, un profondo senso di dedizione e il rigore calvinista; oggi accanto a Roberto c’è il figlio Luigi che ha ereditato dal nonno la stessa passione per le fibre nobili. Questa la motivazione della giuria: “L’azienda è riuscita a preservare l’assoluta integrità di trattamento e lavorazione delle fibre naturali di elevato valore unitario, pur adottando un processo industriale all’avanguardia ed altamente automatizzato; il sapere è tramandato con passione e sapienza alle nuove generazioni da un nutrito gruppo di veri artigiani e la governance è completamente affidata ad un management indipendente dotato di significative deleghe gestionali e decisionali”.
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