Il prezzo della parità (di genere)
Nel 2023 il Premio Nobel per l’economia è stato assegnato a Claudia Goldin, Professor of Economics di Harvard, per “aver migliorato la nostra comprensione dei risultati del mercato del lavoro femminile”. La Goldin ha studiato la partecipazione e la retribuzione femminile nel mondo del lavoro, riportando l’attenzione sulla parità di genere e forse risvegliando anche le donne islandesi, che lo scorso 24 ottobre hanno sospeso le loro occupazioni (professionali, domestiche e di cura) per scioperare in nome di una società più equa.
Fa riflettere che il Paese più paritario al mondo (l’Islanda è al primo posto nel Global gender gap report del Forum economico mondiale, con un indice di parità del 91,2%) si sia fermato un intero giorno per rivendicare i propri diritti: in un percorso come questo, esiste un punto di arrivo fisso? E qual è il ruolo delle organizzazioni, e del lavoro in generale, per contribuire a diminuire il divario di genere? Infine, vale la pena di ragionare su un altro aspetto: tenere in equilibrio famiglia e lavoro spesso ha un costo e comporta un’importante presa di decisioni da parte dei genitori: qual è, dunque, il prezzo da pagare per ottenere la partita di genere?
Gli ospiti della puntata:
Alberto Colizza, Responsabile Ufficio Risorse Umane di RDR Società Benefit
Shata Diallo, Principal e Inclusion Lead di Mida
Valentina Ghirardi, Group Internal Communication Coordinator di Nice
Cristiano Pegorini, Human Resources Director di Palazzetti
Con l’intervento di:
Barbara Imperatori, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore
Chiara Lupi, Direttrice Editoriale ESTE