Il rapporto sinergico tra persone e tecnologia
Nuove tecnologie, Intelligenza Artificiale, Internet of Things sono alcuni dei driver che guidano la trasformazione digitale della fabbrica, che trova esito in quella che viene chiamata Industria 4.0. L’adeguamento a questo paradigma e la ricerca continua e innovativa di modalità di interazione tra essere umani e macchine stanno portando a cambiamenti significativi nei processi produttivi e quindi nelle attività tradizionali dei lavoratori (e delle loro competenze). Infatti, l’obiettivo delle tecnologie non è quello di sostituire l’attività umana o di privare le persone del proprio lavoro – come spesso (erroneamente) si crede – ma di eliminare le azioni ripetitive per lasciare spazio a quelle che prevedono una maggiore dose di creatività, oppure per liberare tempo con l’obiettivo di efficientare i processi.
Uno degli aspetti principali della tecnologia è la soddisfazione di esigenze pratiche legate alle attività umane, ma più in generale riguarda l’impatto delle innovazioni tecniche sulla società. La tecnologia potenzia alcune caratteristiche fisiche o cognitive dell’attività umana (oppure le fa emergere), rendendo i processi più snelli e agili. Infatti si sta sviluppando la consapevolezza che le capacità delle persone continuino a risultare fondamentali nei luoghi di lavoro e non possano essere rimpiazzate così facilmente dalle nuove tecnologie.
“Risulta sostanziale, quindi, conservare l’importanza e la centralità degli esseri umani nelle dinamiche aziendali, puntando a stabilire una simbiosi tra operatori, macchine, robot e sistemi informativi e conferendo una prospettiva umano-centrica all’Industria 4.0”: la tesi è di Fabio D’Alessano, Ingegnere Gestionale del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università del Salento, in un articolo per Sistemi&Impresa, rivista della casa editrice ESTE, editore anche del quotidiano Parole di Management (parte dell’articolo si può trovare anche qui).
Serve quindi raggiungere un equilibrio in cui i due ambiti – attività umana e tecnologia – agiscano lungo la medesima direzione. “Da un lato si deve puntare a garantire lo sfruttamento degli ultimi ritrovati tecnologici e l’adozione di soluzioni smart per l’ottimizzazione dei processi aziendali; dall’altro, si deve continuare a puntare ancora alla guida sapiente dell’essere umano, caratterizzata per esempio dalla capacità di affrontare situazioni non pianificate o di rispondere in maniera razionale all’insorgere di incidenti”, sostiene D’Alessano.
I dispositivi ergonomici per efficientare la produzione
In questo contesto, sono numerosi i dispositivi tecnologici intelligenti – Pc, tablet, smartphone – caratterizzati da compattezza e facilità d’uso e dotati al contempo di sistemi con elevate prestazioni digitali che vanno nella direzione di una rinnovata collaborazione con gli esseri umani. Sono proprio questi strumenti smart che sempre più stanno entrando nel mondo manifatturiero, in particolare negli spazi di fabbrica e per le attività della logistica, perché permettono una gestione più efficiente dei processi e ottimizzano le attività dei lavoratori, semplificandole e consentendo di rispondere prontamente in caso di anomalie, emergenze, incidenti.
Secondo il rapporto Smart factories at scale di Capgemini Research Institute, infatti, le aziende stanno applicando strategie di produzione smart nel 30% dei loro processi e con l’intenzione di arrivare al 40% nei prossimi anni. Inoltre, il 68% dei produttori intervistati afferma di ricercare delle soluzioni di smart manufacturing da implementare nei propri impianti di produzione.
Tante sono le proposte di nuovi dispositivi, come quelli di Crosscall: la particolarità di questi ultimi è la commercializzazione di device impermeabili e resistenti agli urti, caratteristiche che li rendono ideali per gli ambienti ‘ostili’ alle strumentazioni molto tecnologiche. Tra gli esempi ci sono gli smartphone programmabili e personalizzabili per le esigenze di ciascun settore e di ogni azienda, progettati per assicurare la raggiungibilità, garantire chiamate immediate, coordinare le squadre sul campo. “Sono strumenti versatili: lo schermo può essere usato con le mani bagnate e con i guanti e i tasti laterali sono programmabili; su quello rosso si può installare, per esempio, il numero di emergenza per chiamare in caso di necessità”, ha spiegato Laura Cola, Vendor Manager CE di Athena Spa azienda che distribuisce in Italia i prodotti Crosscall.
Lo smartphone diviene, dunque, un’estensione delle attività che svolge l’essere umano, potenziando dunque le abilità e supportandole nel lavoro. Ecco che la sinergia tra persone e tecnologia non solo diventa utile, ma, un uso sapiente di questi dispositivi ergonomici porta vantaggi in termini di efficientamento della produttività, di ottimizzazione della comunicazione – rendendola reattiva e istantanea – e facilitando l’interazione con i sistemi di produzione. Tanto è vero che sempre più si parla di fabbrica connessa nel mondo manifatturiero, in cui l’interconnessione tra i diversi sistemi e la loro integrazione consente un uso più ampio della tecnologia; l’ecosistema digitale, quindi, passa anche dai dispositivi mobili.
Ma se nel mondo consumer l’obsolescenza molto rapida degli smartphone (nel 2020 sono state raccolte oltre 365mila tonnellate di rifiuti elettronici, segnando una crescita del 6,4% rispetto all’anno precedente) non è un problema, diverso è il caso per l’ambito business. Per ovviare a questo limite, Crosscall propone certificazioni e aggiornamenti con costanza non soltanto dal punto di vista operativo, ma anche della sicurezza. “C’è un impegno anche dal punto di vista della Corporate social responsibility: sono sviluppati in modo da garantire l’operatività sul lungo termine, combattendo l’obsolescenza dei prodotti”, ha precisato la manager di Athena.
Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. È appassionata di cinema e si interessa a tematiche riguardanti la sostenibilità, l’uguaglianza, l’inclusion e la diversity, anche in ambito digital e social, contribuendo a contenuti in siti web.
Ha lavorato nell’ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE come editor e redattrice.
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