Il rischio contagio e la responsabilità dell’impresa
Se sul luogo di lavoro non vengono adottate le necessarie misure di sicurezza per prevenire il contagio, il Covid-19 può esser considerato alla stregua di una malattia professionale, ovvero contratta per ragioni di lavoro? È quanto si stanno chiedendo in tanti in questi giorni, non solo in Italia, ma pure in Belgio.
La spinta da parte delle confederazioni FGTB/ABVV, che vogliono che la sindrome causata dal coronavirus venga riconosciuta come malattia professionale, arriva nel momento in cui le aziende sono impegnate a preparare il ritorno al lavoro dopo la fase di lockdown. Il sindacato ritiene che le linee guida rilasciate da una parte delle imprese in vista della riapertura, prevista dalle autorità belga per l’11 maggio 2020, siano insufficienti a garantire la protezione dei lavoratori.
“Temiamo che alcuni datori di lavoro non prendano la cosa sul serio”, ha detto a The Brussels Times la rappresentante sindacale Gina Heirman. Il sindacato vuole garantire che le imprese siano rese responsabili delle spese mediche sostenute da “tutti i lavoratori che contraggano il virus durante attività essenziali o vitali” alla vita dell’azienda.
“Ottenere il riconoscimento del Covid-19 come malattia professionale significherebbe far ricadere il costo delle cure mediche non sull’assicurazione sociale del lavoratore, ma sul datore di lavoro”, ha spiegato il sindacato. Secondo un’indagine condotta da FGTB/ABVV, in Belgio il 10% delle persone che hanno continuato a lavorare durante il lockdown ha rivelato di sentirsi protetto in maniera insufficiente sul posto di lavoro.
Fonte: The Brussels Times
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
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