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La classe operaia va nel Cda, come coinvolgere (davvero) i lavoratori

Negli Anni 90 c’era la cultura dell’Empowered organization. Si trattava di una strategia ‘piatta’, un tentativo (più o meno reale e illusorio) di coinvolgere i dipendenti nelle decisioni e nelle attività strategiche, dando responsabilità e potere per ricevere in cambio produttività e impegno. Un modello che a quanto pare era vincente e lungimirante, se pensiamo che le organizzazioni strutturali delle aziende sembrano essere ancora oggi dirette eredi di un mondo imprenditoriale che cercava, alla sua maniera, di dare il giusto valore ai dipendenti, facendoli sentire parte della società.

Oggi il valore non è più focalizzato tanto sui lavoratori (a quello ci pensano i programmi di welfare aziendale), quanto sulle loro idee. La partecipazione orizzontale, infatti, è sempre più intesa come condivisione delle competenze e dei pensieri, con le attività che non sono più calate dall’alto, e la presenza di organigrammi meno statici e più legati alle attività da svolgere.

Partecipare al governo della propria impresa può dunque oggi essere inteso almeno in tre modi. Il primo modello è quello istituzionale, con la classica presenza di rappresentanti nei Consigli di Amministrazione. Poi c’è la partecipazione contrattuale, con i sindacati che entrano in gioco per discutere dei premi di produzione. Infine si può parlare di partecipazione organizzativa, con gli organigrammi che restano tali perdendo tuttavia la tradizionale lettura gerarchica, con maggiore autonomia di azione da parte dei lavoratori.

 

  • La classe operaia va nel Cda
L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Luglio-Agosto 2021 di Persone&Conoscenze.
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partecipazione, Cda, organizzazioni orizzontali


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Sara Polotti

Sara Polotti è giornalista pubblicista dal 2016, ma scrive dal 2010, quando durante gli anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (facoltà di Lettere e Filosofia) recensiva mostre ed eventi artistici per piccole testate online. Negli anni si è dedicata alla critica teatrale e fotografica, arrivando poi a occuparsi di contenuti differenti per riviste online e cartacee. Legge moltissimo, ama le serie tivù ed è fervente sostenitrice dei diritti civili, dell’uguaglianza e della rappresentazione inclusiva, oltre che dell’ecosostenibilità.

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